Con un nuovo contratto firmato con Naval Group, il Brasile accelera verso un obiettivo destinato a cambiare gli equilibri dell’Atlantico meridionale: la costruzione dell’Álvaro Alberto, il primo sottomarino nucleare della sua storia.
L’intesa, dal valore di circa 300 milioni di euro, non è solo un affare economico, ma un passo strategico che unisce trasferimento tecnologico, sicurezza energetica e proiezione di potenza; per Brasilia ora si tratta della fase decisiva di un programma che rafforza la cooperazione militare con Parigi.
Il progetto rientra nel PROSUB, avviato nel 2008 per modernizzare la Marina e difendere la cosiddetta “Amazzonia Blu”, un’enorme area marittima ricca di petrolio e gas. Il piano prevede quattro sottomarini convenzionali di classe Scorpène – di cui tre già consegnati – e, soprattutto, il fiore all’occhiello: un sottomarino a propulsione nucleare.
Un mezzo del genere può rimanere in immersione per mesi, percorrere distanze enormi senza necessitare di rifornimenti intermedi e muoversi a velocità superiori rispetto ai sottomarini convenzionali: per il Brasile questo significherebbe una capacità di difesa e dissuasione senza precedenti nella regione.
Se completato, l’Álvaro Alberto farà del Brasile il primo Paese non membro permanente del Consiglio di Sicurezza ONU – e l’unico del Sud America – a possedere un sottomarino nucleare: un salto che avrebbe un impatto enorme sugli equilibri geopolitici mondiali.
La collaborazione con la Francia a questo punto diviene cruciale: infatti mentre il Brasile sviluppa autonomamente il reattore, Naval Group si occupa dello scafo e dei sistemi non nucleari, trasferendo competenze avanzate nell’ambito dell’accordo strategico del 2008.
Il nuovo contratto, firmato poco prima della visita ufficiale del presidente Luiz Inácio Lula da Silva a Parigi, riguarda consulenze tecniche specializzate, a conferma della determinazione congiunta di entrambi i Paesi a portare avanti il progetto nonostante le difficoltà. I ritardi comunque non sono certo mancati: i limiti di bilancio e le cautele francesi nella condivisione delle tecnologie più sensibili hanno spostato il varo del sottomarino al 2036-2037, ma comunque, con un investimento complessivo di oltre 23 miliardi di reais (circa 4 miliardi di euro), il PROSUB è uno dei programmi di difesa più ambiziosi mai avviati dal Brasile.
L’impatto però stavolta va oltre la dimensione militare: il progetto ha creato migliaia di posti di lavoro nel Paese, e portato alla costruzione di un moderno cantiere e di una base navale a Itaguaí, nello stato di Rio de Janeiro.
Per il governo brasiliano l’Álvaro Alberto non è soltanto un’arma, ma il simbolo di una nuova autonomia tecnologica e di un ruolo internazionale più incisivo. La Francia, tramite il presidente Emmanuel Macron, ha confermato il suo sostegno allo sviluppo del mezzo, ricordando al tempo stesso anche la centralità degli impegni internazionali di non proliferazione nucleare.
Con questo progetto il Brasile punta a presentarsi al mondo della geopolitica che conta come potenza regionale e attore globale, convinto che il suo primo sottomarino nucleare sarà non solo un pilastro della sua Marina, ma anche la testimonianza tangibile della sua entrata in scena nel XXI secolo.