Il 24 febbraio 2025 segna il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, e mentre il conflitto continua a provocare devastazione, Volodymyr Zelensky ha espresso una posizione sorprendente, dichiarando la sua disponibilità a “negoziati diretti” con il presidente russo Vladimir Putin. In un’intervista esclusiva con il giornalista britannico Piers Morgan, Zelensky ha sottolineato che, se i colloqui fossero l’unica via per fermare il conflitto e salvare vite, sarebbe pronto ad accettarli. Il presidente ucraino ha anche fatto sapere di essere disposto a partecipare a una “riunione con quattro partecipanti”, pur non specificando chi fossero i soggetti coinvolti, sebbene avesse precedentemente indicato Stati Uniti e Unione Europea come possibili mediatori.
Fino a oggi, Zelensky aveva sempre respinto l’idea di trattative con Mosca, in particolare a causa delle dure condizioni imposte dalla Russia. Infatti, nel 2022, il presidente ucraino aveva vietato qualsiasi negoziato con la Russia finché Putin fosse rimasto al potere. Tuttavia, l’evoluzione della situazione geopolitica, con il crescente sostegno di Donald Trump e la continua avanzata russa nel Donbass, sembra aver spinto Zelensky a riconsiderare la sua posizione. Trump, infatti, ha parlato di un “dialogo in corso” con Mosca, sollecitando l’Ucraina a prendere in considerazione nuove opzioni diplomatiche.
Inoltre, Zelensky ha ribadito la disponibilità dell’Ucraina ad accogliere investimenti dalle aziende americane, in particolare nel settore delle terre rare, risorse cruciali per le tecnologie moderne. In un recente incontro con Trump, il presidente ucraino ha dichiarato che non ci sarebbero ostacoli per l’ingresso di imprese americane nell’estrazione di questi minerali dal territorio ucraino. La proposta è stata accolta con scetticismo da alcuni leader europei, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha definito “egoista” l’idea di legare gli aiuti americani all’estrazione delle terre rare, ma Zelensky ha mostrato ottimismo, rivelando di aver già discusso dell’iniziativa con Trump.
Il Cremlino, nel frattempo, ha commentato la richiesta di Trump riguardo alle terre rare, definendola un “suggerimento” che potrebbe riflettere una nuova fase nelle relazioni con l’Ucraina. Secondo Dmitry Peskov, portavoce di Putin, l’idea che l’Ucraina debba “pagare” per l’assistenza militare con risorse naturali non è lontana dalla posizione russa, che ha sempre visto con sospetto l’intervento occidentale nel conflitto. Tuttavia, le consegne di armi agli ucraini non sono cessate, nonostante le dichiarazioni contrastanti da parte degli Stati Uniti.
Intanto, l’Ucraina ha affrontato perdite pesanti sul campo di battaglia, con Zelensky che ha confermato che finora sono stati registrati 45.100 soldati ucraini morti, e circa 390.000 feriti. Questi numeri tragici riflettono il prezzo umano del conflitto e la determinazione di Kiev nel difendersi dall’invasione russa. Mentre il presidente ucraino valuta nuove possibilità per il futuro, le parole di Zelensky mostrano la complessità della situazione: tra la volontà di negoziare e la necessità di proteggere la sovranità nazionale, il cammino verso la pace rimane incerto e ricco di sfide.