Se questi sono gli scopi della mostra, appena si muove qualche passo al suo interno risulta difficile rintracciare un comune filo che lega insieme le singole opere, che non sia solo la mera provenienza geografica. La varietà dei contenuti e delle riflessioni proposte da ogni singolo artista ha l’effetto di far sembrare l’esposizione una giustapposizione di oggetti curiosi, a volte enigmatici, a volte situati al limite dell’inespressività. Questa sensazione viene accentuata dalla innumerevoli e innovative forme espressive con cui vengono veicolate le opere stesse, spesso all’incrocio di tecniche diverse, tanto che si arriva in alcuni casi a smarrire la distinzione tra spettatore, opera artistica e spazio espositivo. Eppure è proprio questo smarrimento, che minaccia di rendere irriconoscibile il senso dell’esposizione stessa, che lascia trasparire la multiformità, la complessità e l’eclettismo della metropoli di New York che sola poteva ospitare e nutrire queste differenti e a volte contrastanti raffigurazioni. È la molteplicità a prima vista caotica che assale il fruitore il luogo in cui si riconosce paradossalmente il tema che guida e tiene insieme tutta l’esposizione.
Oltre ad essere uno scorcio di grande fascino sulla Grande Mela, la mostra nel suo complesso acquista maggiore valore se la si considera come un’insieme di prospettive sulla contemporaneità. In questo senso la figura della città di New York viene ad essere il paradigma della società attuale riletta sotto la luce dell’esperienza artistica, una società che indifferentemente può essere interpretata come l’espressione stanca di un lento declino o il ribollire vitale eccitato dalla spinta mai sopita all’innovazione continua e creativa. Solo dalla corretta lettura di ciò che il presente già ci mostra saremo in grado di muoverci in maniera cosciente tra queste due differenti possibilità che ci si prospettano; solo dalla messa in luce delle linee di forza attraverso cui già da ora si muove la cultura odierna si può credere di scorgere il futuro che attivamente stiamo già costruendo. È nel mezzo opaco, ma non per questo fuorviante, dell’arte che ci è data ancora la chiave di lettura della nostra contemporaneità; chiave che ci è possibile intuire dietro le immagini che la mostra “Empire State” ci suggerisce.
Daniele Di Giovenale
28 aprile 2013
Per maggiori informazioni:
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194 (Roma)
www.palazzoesposizioni.it
Orari:
Domenica ,Lunedì , Martedì, Mercoledì e Giovedì: 10,00 – 20,00
Venerdì e Sabato: 10,00 – 22,30
Biglietti:
Intero: € 12,50
Ridotto: €10,00