Negli ultimi due anni, però, questo grande fermento origamistico si sta diffondendo anche a Napoli. Alcune nozioni su questa “nuova” arte cartacea ce le fornisce Alessandro Ripepi, project manager di “Origami Oh” e paper designer, che ha organizzato, insieme a Didier Masera e Fabrizia Nicoletti Altimari, la mostra di sculture di carte, “OrigamiMix: Mondi di Carta,” presentata nei giorni scorsi alla 14esima edizione del Festival dell’Oriente di Napoli.
“L’Origami – ci dice Alessandro – nasce in Cina nel II secolo dopo Cristo e poi si afferma in Giappone. Di seguito quest’arte si è diffusa anche tra arabi, spagnoli ed egiziani, anche in modo autonomo, e in questo caso si parla di Papiroflexia, nome che evoca l’immagine della carta ( papiro) che si flette, cioè si piega. La diffusione di quest’arte ha il suo magico splendore a partire dal secondo dopoguerra, poco meno di 100 anni fa, grazie a Akira Yoshizawa, autore di oltre 50mila modelli e indiscusso maestro d’arte ed è divenuta poi con Robert Lang, ingegnere americano e origamista, punto di riferimento applicato al design dei satelliti.
Alessandro, come è nata questa tua grande passione?
” E’ nata da bambino, all’età di 9 anni, piegando la carte delle caramelle per gioco, ignorando che esistesse quest’arte, conosciuta nei suoi primi rudimenti solo dopo aver iniziato a piegare con attenzione i modelli contenuti in un libro di Kunihiko Kasahara, regalo di un cugino. E da lì, libro dopo libro, di piega in piega, nei decenni ho visto schiudersi un mondo ricco di opportunità originali e divertenti.
Da quanto tempo svolgi questa attività?
“Opero come artista free lance da 2 anni, preso dalla gioia di donare emozioni e sorrisi alle persone partendo da un foglio di carta, animando feste, matrimoni ed eventi vari, offrendo servizi e prodotti per privati e aziende. In tal senso, sono coadiuvato da validi collaboratori occasionali, alcuni anche in modo assiduo come Fabrizia Nicoletti Altimari.”
E’ difficile creare per te nuovi modelli?
” Per creare un nuovo soggetto, a volte impegno delle ore tra progettazione, prima esecuzione e successivo perfezionamento. Spesso esprimo poi la fantasia attraverso pieghe ” libere,” libere da schemi predefiniti; altre volte, invece, applico come spunti di partenza, il rigore matematico e geometrico di tecniche quali le tassellazioni o il box pleating.
Cosa ti piace di più dell’ origami?
Il progetto Origami Oh, polivalente, ha anche degli aspetti educativi, filosofici e/o sociali?
“Si, uno degli obiettivi è la diffusione, attraverso quest’arte, di un nuovo modello pedagogico, metafora dell’esistenza utile per diventare migliori interpreti della vita, imparando ad agire sugli eventi, anzichè esserne piegati. Questo stile, da me vissuto in prima persona, si basa sull’idea che “l’uomo è come un foglio di carta: può diventare ciò che vuole.” E conduce a una domanda con cui saluto il lettore: ” Quale piega vuoi dare ai tuoi eventi?”