Quando all’autore attivista Paul B. Preciado venne chiesto di raccontare la sua storia rispose che già lo aveva fatto per lui qualcun’ altra, ovvero Virginia Woolf. In veste di regista Preciado fa uscire Orlando dal libro e gli farà vivere un incredibile vita. Infatti, renderà sempre partecipe del miracolo l’autrice originale che mai si sarebbe immaginata simile vicenda per il suo protagonista.
“Orlando, My Political Biography”, il primo film dello scrittore e filosofo Paul B. Preciado, riscrive un classico della letteratura mescolando stralci dell’omonimo romanzo di Virginia Woolf alle testimonianze di diversi Orlando moderni, cioè persone esclusivamente trans, non gay e non binarie.

È un invito a tutti a lasciarci andare alla trasformazione. Questa pratica è l’unica via di uscita per una vita che vale la pena di essere vissuta. Frase attribuita un po’ a Carl Jung e un po’ a Frida Khalo: “l’unico senso della vita è quello di diventare sé stessi”. Al di là di chi l’abbia detta, noi siamo estremamente d’accordo. Sembrerebbe un ossimoro ma ci vuole una vita per diventare esattamente quel pargoletto che nasciamo.
Vivere dentro un sé che rispetta solo sé, e non il retaggio culturale, la società e la politica. O le aspettative della rete sociale che abbiamo o ci hanno tessuto. Reprimersi e tenere a bada un felino affamato, legarlo con un giunco è una lenta condanna a morte! Scapperà e farà del male e, se non scapperà, forse sarà ancora peggio.
Prodotto da Arte Tv France, selezionato dalla Berlinale nel 2023 e vincitore di un Teddy Award, “Orlando, my polical biography” fonde parti del romanzo ai racconti in prima persona di circa venticinque Orlando che, a loro volta, intrecciano le parole di Woolf alle proprie testimonianze. Sono adolescenti, bambini e adulti; sono tutto il contrario di tutto e ognuno indossa al collo una gorgiera, il colletto bianco pieghettato simbolo dell’abbigliamento aristocratico tra Cinquecento e Seicento. “Guarda i tuoi Orlando, non sono vissuti come aristocratici e poeti”, dice Preciado, “Sono stati ridotti a pazienti psichiatrici”. Eppure, pur raccontando e riconoscendo le varie difficoltà – burocratiche, mediche, sociali – che oggi ostacolano la vita delle persone trans, nessuna si sente, si presenta o è mai raccontata come vittima. Sono pienamente coscienti di sé, del proprio potere, della necessità di raccontare la propria storia per sopravvivere alla violenza. Così, mentre portano avanti la storia del libro della nostra vossignoria Madame Woolf, intoccabile sacra icona del femminile, leggendola e mettendone in scena alcuni momenti, ciascuna si fa avanti presentandosi, aggiungendo: “e sono Orlando, di Virginia Woolf”.
Orlando (edito solo nel 1928 per la Hogarth Press) è androgino e refrattario alla società patriarcale, tanto da rifiutare, da cortigiano, qualsiasi ipotesi di matrimonio. Infatti, durante il secolo XVIII cambia improvvisamente sesso svegliandosi donna. Solo in quella condizione troverà l’amore. Quando il giunco della sua anima legata si sarà strappato.
Il romanzo è dedicato alla poetessa Vita Sackville-West, con la quale l’autrice intrattenne una relazione. Il figlio di Vita, Nigel Nicholson, definì Orlando “la più lunga lettera d’amore della storia”. È possibile rintracciarvi alcuni elementi biografici della stessa (ad esempio, Vita Sackville-West era solita frequentare la società in abiti maschili, proprio come Orlando). Nella lunga relazione epistolare delle due scrittrici vi sono molte lettere in cui la Woolf chiede a Vita Sackville-West informazioni di ogni tipo, volte a costruire quello che sarà il suo ritratto nel libro.
Ultimamente, sarà un fattore coincidenziale, ma in tutti i libri o canzoni o, ancora, spettacoli teatrali e messe in scena della vita in cui mi imbatto trovo sempre come messaggio finale il cambiamento. Come se in realtà fossimo destinati a cambiare pelle. Per amarci ed amare meglio chi amiamo o smettere di amare chi non possiamo amare più per amare qualcosa di nuovo, anche semplicemente noi stessi, con cui avremmo una relazione lunghissima.
Il regista, che già da molto giovane familiarizzò con la sua natura trans, ritenne questo libro un vero e proprio totem. Dichiarerà: “se questa è la biografia di una vita allora la mia vita è possibile”.
Tutte le vite sono possibili, la natura delle cose è nella nostra. Un singolo rappresenta una marea, e una marea di vite sono non solo possibili ma giuste.
Orlando, My Political Biography è disponibile in esclusiva su Mubi Italia e, se non foste, abbonati trovate un amico che lo è perché alla fine della visione del film tramite mail è possibile regalarlo a chi si vuole bene. Perché a chi si vuole male come si fa a regalare un esercito di dolcissimi trans in vesti nobiliari e le parole della Woolf. Le quali furono: “I sessi per quanto diversi si mescolano “.
Tutto è pronto ora, buona visione ma soprattutto buona lettura. Perché vedere questo stupendo quanto geniale lavoro di Preciado , non vi assolverà di certo dal non aver letto l’Orlando di Virginia Woolf. Quindi forza! Gorgiera al collo e ama dove vuoi. Forse questo alla Woolf glielo dobbiamo, in nome delle gelide acque del fiume Ouse.