Percepiti scricchiolii dal palazzo di Vetro di New York. L’ONU è ormai sotto inquisizione e, più la storia va avanti, più dimostra la sua incapacità di intervenire. Questo è un dato di fatto e la consapevolezza si diffonde sempre di più. Ieri, di fronte all’Assemblea Generale, è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a puntare il dito contro l’istituzione. Il suo discorso non ha risparmiato critiche, puntando dritto alle fondamenta dell’istituzione ormai traballante.
Un’accusa frontale
Zelensky non ha usato mezzi termini nei suoi diciotto minuti di intervento. Il messaggio è stato chiaro: il diritto internazionale non sta funzionando. “Se una nazione vuole la pace, deve lavorare sulle armi.” La frase suona come un ossimoro novecentesco e invece è la realtà di oggi. Non è la legge internazionale a governare e, forse, nemmeno le alleanze. A farlo, sono le armi e davanti a questa realtà, per ora, nessuno è in grado di intervenire. L’ONU ha le mani legate, e nessuna istituzione esistente sembra in grado di fermare le aggressioni. Né la Palestina, né il Sudan, né l’Ucraina possono aspettarsi altro che dichiarazioni destinate a non avere alcun seguito effettivo.
Solo le armi decidono davvero
Una parola ha risuonato più di tutte: arma. È evidente che oggi siano proprio le armi a dettare le regole, e questa consapevolezza rischia di mettere in crisi l’intero occidente. Le tecnologie belliche si evolvono a una velocità impressionante, molto più rapidamente della nostra capacità di regolamentarle o contenerle. I costi, poi, si abbassano rendendo le armi sempre più accessibili. “Il mondo si muove troppo lentamente per proteggere sé stesso. Cosa accadrà quando droni armati finiranno nelle mani di piccoli gruppi terroristici o dei cartelli sudamericani?”, provoca Zelensky. Per lui, è solo questione di tempo. Dieci anni fa, sarebbe stato impensabile anche solo immaginare gli strumenti di cui oggi disponiamo. E domani, quali nuove minacce ci attendono?
Fermare la Russia, prima che sia troppo tardi
Per il presidente Ucraino fermare la Russia ora è un imperativo. Dobbiamo “usare tutto ciò che abbiamo in possesso per costringere l’aggressore a fermarsi e solo allora avremo una reale possibilità che questa corsa agli armamenti non si concluda in una catastrofe per tutti noi. Se servono le armi per farlo, se serve pressione sulla Russia, allora bisogna farlo, e bisogna farlo subito. Altrimenti, Putin continuerà a spingere la guerra sempre più in là, sempre più in profondità. E ve l’abbiamo già detto, l’Ucraina è solo la prima”.
“La pace dipende da ognuno di noi. Le persone stanno aspettando azioni concrete” ha dichiarato Zelensky in conclusione.