Nella giornata di oggi, venerdì 18 ottobre 2024, i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero di 8 ore del settore automotive e delle imprese della componentistica, con una grande manifestazione a Roma che si concluderà a Piazza del Popolo. Per la riuscita dello sciopero e della manifestazione saranno convocate assemblee unitarie in tutti gli stabilimenti.
Secondo un comunicato della CGIL, tra le cause principali dello sciopero, ci sono la drastica riduzione della produzione della multinazionale automobilistica Stellantis nel Paese e le difficoltà delle aziende della componentistica, entrambe colpite dalla transizione ecologica e dal rallentamento economico. La produzione di veicoli in Italia è calata drasticamente: si stima che non si raggiungeranno le 500.000 unità annue, rispetto a una previsione precedente di 1 milione.
Quali sono le prospettive future per il settore automotive in Italia? L’intero comparto, che nel Paese rappresenta l’11% del Pil, è sotto pressione a causa della transizione verso le energie rinnovabili e delle difficoltà economiche. Il Paese ha bisogno di un piano industriale che consenta alle aziende di affrontare la competizione globale e la trasformazione ecologica. L’azienda Stellantis, per esempio, ha annunciato una joint venture con il gruppo cinese Leapmotor, ma gran parte della produzione viene ormai spostata all’estero, causando ulteriore incertezza per i lavoratori italiani. I sindacati chiedono che i fondi pubblici siano vincolati al mantenimento dell’occupazione e che le aziende, come Stellantis, non si limitino a usare gli incentivi senza garantire una ripresa delle produzioni nazionali.
Le richieste dei sindacati sono rivolte sia al governo italiano che all’Unione Europea, e includono la necessità di politiche industriali per supportare la transizione verso l’auto elettrica senza penalizzare l’occupazione. Chiedono inoltre maggiori investimenti per salvaguardare i posti di lavoro e frenare l’uso crescente degli ammortizzatori sociali. La situazione è così critica che si teme la perdita di circa 25.000 posti di lavoro nel breve termine.
“Sono indispensabili urgenti interventi sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica. Nell’ambito del processo di transizione, al fine di evitare una sterile dialettica ideologica che non porta nessun beneficio a lavoratori e cittadini, la Commissione europea deve sostanziare gli impegni fino ad ora solamente annunciati, stanziando tutte le risorse necessarie a sostenere le decisioni prese a protezione di un settore industriale”, si legge dal comunicato CGIL.