Un accordo di “grande respiro europeo” e alquanto innovativo quello sulla gestione dei migranti sancito tra Italia e Albania, siglato dalla presidente Giorgia Meloni e il premier di Tirana, Edi Rama. È prevista la realizzazione di due strutture, una a Shengjin e l’altra a Gjader. Inizialmente, queste potranno ospitare mille persone, per poi giungere a tremila, come sancito dal Protocollo. Dal primo agosto saranno operative e dovranno lavorare insieme e collaborare per far sì che l’accordo italo-albanese dia i suoi frutti.
La premier Giorgia Meloni afferma che il protocollo “prevede spese da 670 milioni di euro per 5 anni, 134 milioni all’anno che corrispondono al 7,5% delle spese connesse all’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale”. Un investimento e non un costo aggiuntivo secondo la presentazione della premier. L’obiettivo è la realizzazione di un progetto che possa rappresentare uno strumento di deterrenza per chi vuole raggiungere irregolarmente l’Europa.
Si tratta di un accordo che è divenuto un modello, infatti, circa 15 nazioni europee hanno sottoscritto un appello alla Commissione per richiedere che venga seguita la via italiana. Perfino la Germania ha mostrato il suo interesse e il ministro dell’Interno ha dichiarato di volerne seguire gli sviluppi. Un progetto che potrebbe essere replicabile in vari Paesi e risollevare le problematiche dell’Unione europea in materia vista la sua portata. I due mesi di ritardo nell’apertura delle strutture sono fondamentali per un buon funzionamento. Non si deve sbagliare.
La visita alla struttura di Schengjin della premier Meloni
La presidente del Consiglio è arrivata in Albania, accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per visitare la struttura di Shengjin che dovrà accogliere i migrati in arrivo dall’Italia e sarà destinata allo smaltimento delle procedure d’ingresso, ovvero identificazione e registrazione. La premier Meloni ha ringraziato ed ha espresso solidarietà a Rama, soprattutto di seguito agli attacchi dei media che hanno etichettato il suo paese come “narco Stato”. La presidente ha affermato “l’Albania ha più volte mostrato la sincera voglia di fare di fare parte della famiglia europea”.