La zona rossa Campi Flegrei, situata ad ovest della città di Napoli, ospita cinquecentomila persone, ovvero un terzo della popolazione dell’intero territorio tra Napoli, Pozzuoli e i Comuni più vicini alla caldera. Abitanti che rientrano in un’area definita ad alto rischio e che vede il dispiegarsi di un piano di evacuazione legato al super-vulcano. Nel caso in cui dovesse essere emanata la massima allerta, i 500 mila cittadini dovranno abbandonare le proprie case entro 72 ore e verranno dislocati in delle aree di attesa temporanea nelle città gemellate e nelle altre regioni d’Italia.
Una decisione presa in seguito ai 4,4 gradi di magnitudo raggiunti il 20 maggio, ovvero la più forte scossa registrata nell’area negli ultimi 40 anni. Si tratta di un’eventualità, quella dell’evacuazione dei cittadini della zona, ma per cui bisogna essere preparati e predisporre una gradualità di azione.
La zona rossa flegrea e le regioni gemellate
Esistono diversi piani di emergenza, ma bisogna distinguere quelli che riguardano esclusivamente i Campi Flegrei, da non confondere con il territorio del Vesuvio, che ha, infatti, un piano distinto elaborato nel 2001 e aggiornato nel 2014. L’area dei Campi Flegrei risulta molto più estesa e si estende per oltre 30 comuni. La zona rosse comprende per intero i comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli e Quarto per intero, mentre, in parte, prende le zone di marano, Giugliano e Napoli.
Nel caso in cui si dovesse dare seguito all’evacuazione, il Dpcm del 2016 non prevede soltanto le zone da evacuare, ma definisce anche le regioni gemellate, ovvero quelle zone d’Italia, esclusa la Campania, che dovranno ospitare la popolazione costretta ad abbandonare il proprio territorio.
La suddivisione è stata sancita in base ad ogni Comune flegreo che ha una rispettiva regione gemella, ad esempio i residenti di Pozzuoli saranno destinati alla protezione della Lombardia, mentre quelli di Quarto verranno inviati in Toscana; per quanto riguarda gli abitanti del quartiere di Napoli di Fuorigrotta, questi andranno nel Lazio, quelli di Posillipo in Sardegna e parte di Chiaiano in Friuli-Venezia Giulia.
Una “mobilitazione straordinaria”. Le parole del governatore De Luca
Il governatore Vicenzo De Luca riconosce le serie problematiche che si stanno presentando nei Campi Flegrei e ci ha tenuto a precisare che la protezione civile e i vigili del fuoco sono numericamente inconsistenti per risolvere la situazione. Uno scenario in cui si aspetta solamente l’intervento del governo. La richiesta di una mobilitazione straordinaria diviene inevitabile e si tratta di uno stato intermedio rispetto all’emanazione di uno stato di emergenza. Si necessitano più sopralluoghi, più tecnici, ma soprattutto più forze impegnate della protezione civile.
Preoccupazione per il sollevamento del suolo
Il livello del suolo viene monitorato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) attraverso una rete geodetica che osserva dei punti fissi sull’intera area. Solamente in un mese il suolo dei Campi Flegrei ha subito un rialzo di 2 centimetri, ovvero il doppio rispetto alla media di un sollevamento mensile. Si tratta di dati emersi di seguito al monitoraggio dell’Ingv sul fenomeno del bradisismo. A seconda dell’intensità dell’attività sismica il suolo subisce un sollevamento e, dalla fine del 2005, in quest’area è stato registrato un innalzamento di 125 centimetri.
La preoccupazione destata da quest’area ha condotto, nella giornata del 29 maggio 2024, alla necessità di indire una riunione a Roma della Commissione Grandi Rischi e si fisserà un ulteriore incontro per valutare le prossime azioni in virtù della crisi del 20 maggio scorso.