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EXPO 2030: Roma è fuori. La vittoria schiacciante di Riad con 119 voti

L’Expo 2030 si terrà a Riad, una vittoria schiacciante con 119 voti favorevoli; nessun ballottaggio, nessun dubbio. Roma ha subìto una grande sconfitta, evidenziata dalle parole dello stesso Gualtieri: “Una brutta sconfitta, siamo amareggiati”. 


La capitale giunge terza con 17 voti, perfino dopo Busan che ne ottiene 29. 

I voti dei 165 delegati dei Paesi membri di Bureau international des Expositions, giunti al Palais des Congrès di Issy-les-Moulineaux, hanno tradotto in realtà la vittoria saudita. 

Una “deriva mercantile” e un’amara delusione: Massolo in collera

Una grande delusione per la capitale italiana, una sconfitta raggiunta dopo un solo round, che sancisce il trionfo, con 119 voti, di Riad. L’appoggio offerto alla città saudita ha negato ogni tipo di possibilità per i rivali. Roma e Busan non hanno visto neanche l’ombra di una piccola speranza, il ballottaggio non era minimamente sull’orizzonte. 


Un insuccesso che ha condotto l’ambasciatore Massolo su tutte le furie: “Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile”. Una condotta pericolosa secondo l’ambasciatore, che mette sotto i riflettori le spaccature europee; d’altronde la Francia ha palesato il suo sostegno a Riad.

Posizione differente, invece, quella detenuta da Israele. Inizialmente sostenitore di Riad, ma che poi ha deciso di cambiare formazione a causa di critiche esposte dall’Arabia saudita rispetto all’operato di IDF a Gaza. L’embargo sulle armi, richiesto dai sauditi, ha condotto l’Israele a puntare tutto su Roma e a cedere il suo voto e supporto alla capitale per l’Esposizione del 2030. 

Un progetto o una speranza?

La terza posizione raggiunta da Roma ha provocato delle forti reazioni. Non si tratta di una semplice sconfitta, ma dell’ottenimento di soli 17 voti. Nessuna considerazione e una totale irrilevanza per l’Italia. Alquanto interessante è l’intervento del presidente di Unindustria Angelo Camilli a Parigi: “è stato fatto comunque un grande lavoro, (…). Va fatta una riflessione sui valori che sono stati messi in campo: l’Arabia Saudita ha esercitato una pressione di natura commerciale fortissima, al di là delle previsioni. Così come l’Europa è stata assente come continente”. Il contributo dell’esponente industriale termina con la speranza che il progetto di Roma, colmo di innovazioni e approcci intersettoriali, venga comunque realizzato, come promesso e garantito dal sindaco Gualtieri a seguito dell’esito delle votazioni. 


All’insegna della rigenerazione: un contributo non sufficiente per il primo posto sul podio 

“Un bellissimo progetto” afferma il sindaco di Roma. Un piano che include anche la “rigenerazione”. L’applicazione di questa nuova visione della città sarebbe da collocare nel quartiere residenziale di Tor Vergata, che ospita una delle strutture universitarie più influenti della capitale. Una rigenerazione innovativa, volta all’inclusione sociale e alla riprogettazione e cura degli ambienti. Il fascino di un proposito che va ben oltre l’architettura o le opere infrastrutturali, facendo emergere una nuova visione, dominata dai principi di riscoperta, reinvenzione e rinascita. 

Con questi presupposti si mirava alla produzione di nuovi modelli di energia, che per quanto di valenza, non hanno contribuito alla vittoria di Roma. 

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