Il testo unificato del disegno di legge sull’oblio oncologico è stato approvato alla Camera con 281 voti a favore e nessun contrario, ora passa all’esame del Senato. Cinque articoli che potrebbero cambiare la vita a circa un milione di cittadini: nel nostro paese sono 3,6 milioni le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro e circa il 27% può essere considerato guarito. Una guarigione che però non corrisponde ai diritti nella vita sociale. Infatti, il vuoto normativo che il testo cerca di colmare, impedisce agli ex pazienti oncologici di avere accesso a mutui, assicurazioni o alle adozioni. Con il Testo approvato si intende anche colmare il divario che c’è tra l’Italia e l’Europa che con una risoluzione, raccomanda agli Stati membri l’adozione di una normativa in materia entro il 2025. Sono anni poi che i vari soggetti interessati, dagli esperti di oncologia alle associazioni, sottopongono all’attenzione della comunità scientifica e della politica, la problematica del diritto all’oblio per i pazienti oncologici. Dopo la Francia e il Portogallo, anche altri paesi come Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna hanno disciplinato il fenomeno, mentre in altrettanti, è in corso un dibattito pubblico sulla tematica.
«E’ una proposta di legge bipartisan e abbiamo avuto anche indirettamente il sostegno del governo, spero che quanto prima si possa arrivare ad una approvazione definitiva. Lo dobbiamo quasi a un milione di cittadini che sono guariti e stanno bene»
(Maria Elena Boschi)
Il voto favorevole unanime del Testo è stato accolto con un applauso nell’Aula di Montecitorio. Ora il testo passa al Senato per l’approvazione definitiva.
La proposta: i contenuti
Il testo definisce il diritto all’oblio oncologico come “il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazione né essere oggetto di indagine sulla propria pregressa condizione patologica”. Si riprende inoltre la tempistica suggerita dalla risoluzione del Parlamento Europeo: nessun obbligo di dichiarare la patologia pregressa per chi è guarito da dieci anni, che si riducono a cinque laddove ciò avvenga prima dei 21 anni di età. Ma gli scaglioni temporali, a detta del Presidente della Fondazione Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica), Giordano Berretta: “dovranno essere modulati ulteriormente, sulla base del tipo di patologia”. Viene attribuita al Garante per la protezione dei dati personali la funzione di vigilanza sulla corretta applicazione delle nuove disposizioni. Con queste tempistiche si andrebbe comunque a colmare quel divario tra la guarigione medica e quella cosiddetta “sociale”: in Italia infatti le difficoltà degli ex pazienti oncologici vanno dal chiedere un prestito per comprarsi l’auto, alla concessione di un mutuo fino alla possibilità di adottare un bambino. Ogni volta infatti, l’ex paziente è tenuto a riferire la cartella clinica, nella compilazione dei vari moduli, anche dopo la guarigione e cioè quando i rischi per la salute sono gli stessi di tutti gli altri. Il Testo, redatto sulla base di nove progetti di legge precedenti, presentati da diversi gruppi parlamentari e dal Cnel, prevede anche una parte riguardante il divieto di discriminazione in sede di concorsi o di valutazione delle carriere, oltre ad un sostegno per gli ex pazienti oncologici, tramite politiche attive del lavoro ad hoc.
Il sostegno alla proposta: dalle Regioni al Governo
Nelle settimane precedenti non sono tardate ad arrivare risposte positive d’appoggio alla proposta, anche dai Consigli regionali di Toscana e Lazio: nelle due sedi infatti, sono state approvate all’unanimità due mozioni proposte nel Lazio da Marietta Tidei (Iv) e Luciano Nobili (Iv) e in Toscana da Stefano Scaramelli (Iv), sottoscritte da tutti i gruppi politici e riguardanti “il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico, ovvero il diritto dalla parità di trattamento e non discriminazione delle persone guarite da patologie oncologiche” riprendendo quindi il lavoro avviato in Parlamento con il Testo unificato. Le due mozioni impegnano le due Giunte regionali ad attivarsi nei confronti del Parlamento italiano, sollecitando preliminarmente la questione in Conferenza Stato-Regioni affinché “si addivenga quanto più celermente possibile all’approvazione di una normativa nazionale per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche” superando quella che a tutti gli effetti è “una violazione vera e propria dell’articolo 3 della Costituzione che impone il superamento di tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale all’uguaglianza sostanziale dei cittadini e alla loro libera e completa partecipazione alla vita sociale ed economica”.
Ma il sostegno arriva anche dal Governo: un mese fa, durante i lavori della Commissione, la Premier, Giorgia Meloni, dichiarava:
«il Governo guarda con grande attenzione alle proposte di legge parlamentari sull’oblio oncologico, per questo ho chiesto al Ministro della Salute Schillaci di seguire l’iter e assicurare un contributo necessario dell’esecutivo. L’obiettivo che ci poniamo è arrivare, nel più breve tempo possibile, ad una norma capace di dare risposte ad un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani»