Site icon 2duerighe

Tik Tok sotto inchiesta: il Copasir indaga sull’uso improprio dei dati

Il Comitato parlamentare sulla sicurezza della Repubblica (Copasir) ha avviato un’indagine conoscitiva su Tik Tok, l’app dei “video brevi” nata in Cina dalla mente di Alex Zhu e Luyu Yang. Niente di nuovo. Già nel 2020 si era mossa l’Autorità garante per la privacy, chiedendo un intervento da parte del Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb) e proponendo la formazione di un gruppo di esperti a capo delle indagini mentre sempre tre anni fa, lo stesso Copasir guidato dal leghista Raffaele Volpi, aprì un procedimento (come richiesto dal Pd) che portò all’istruttoria affidata all’Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna (Aise) e al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis).

 Obiettivo delle indagini, identificare i “pericoli per gli utenti italiani”. Si sospetta infatti che scopo principale dei vertici dell’azienda, sarebbe quello di analizzare l’uso dei dati personali degli utenti a nome del governo cinese. Stando a fonti interne il rischio sarebbe legato principalmente “all’uso che il regime cinese potrebbe fare dei dati legati ai profili Tik Tok per campagne di propaganda, specialmente durante le elezioni, come successe nel 2018 con Cambridge Analytica e gli account di Facebook oppure, potrebbe controllare gli spostamenti per attacchi contro singole persone”. Da questo punto di vista però, potrebbe preoccupare qualsiasi applicazione usata giornalmente da milioni di persone nel mondo. Ogni app ha accesso ai nostri dati: dalle chat, alla localizzazione fino alle nostre “preferenze”. Il problema principale che riguarda invece Tik Tok è il labile confine presente sul territorio cinese tra le aziende private e il governo. Il timore quindi è che l’app, sviluppata dalla società ByteDance, possa condividere questi dati proprio con lo Stato.

Stati Uniti: il primato del ban per Tik Tok

Secondo l’Fbi, l’app cinese sarebbe stata indicata come “elemento che mette a repentaglio la sicurezza nazionale”. Sono due anni infatti che l’amministrazione Biden sta trattando con la piattaforma mentre alcuni stati già si erano mossi autonomamente, proibendo l’uso di Tik Tok sui dispositivi elettronici governativi. La trattativa poi sarebbe già in crisi: secondo la Reuters, l’app di ByteDance avrebbe sospeso le assunzioni dei consulenti esterni che avrebbero dovuto garantire le misure di sicurezza concordate con l’amministrazione Biden. Il Copasir sarebbe partito proprio dai primi allarmi negli Stati Uniti per una seconda indagine sul territorio italiano, dopo quella del 2020.

Il ruolo della politica nei “video brevi”

Dal 2016, anno della sua apertura, ad oggi, Tik Tok ne ha fatta di strada, ricoprendo un bacino di utenti che dai più giovani è salito fino alle fasce più adulte e ai rappresentanti della politica. E proprio la politica si è resa protagonista della battaglia contro la piattaforma cinese, non tanto per il suo utilizzo che ad oggi si è rivelato efficiente anche in campagna elettorale, quanto per “l’utilizzo nascosto” che i creator farebbero dei dati personali. Una “lotta per la privacy” che ha trovato in accordo sia la maggioranza che l’opposizione alla Camera. Un evento raro. La stessa app però, come già ricordato, a ridosso delle elezioni del 25 settembre si è vista aumentare gli utenti legati ai partiti. Molti di questi hanno puntato alla piattaforma in questione per poter accogliere il voto delle fasce più giovani della popolazione. Tra di loro ricordiamo Silvio Berlusconi che con il suo primo video ha guadagnato oltre 9 milioni di visualizzazioni a poche ore dalla pubblicazione. Altri politici come il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, già era presente sull’app con oltre mezzo milione di follower così come Giorgia Meloni e Matteo Salvini (quest’ultimo ha il primato sulle dirette). Il Partito democratico invece ha evitato di personalizzare il canale, creando una serie di contenuti per ogni politico dem: ad aprire le danze, Alessandro Zan.

Il paradosso

Solo in Italia, la piattaforma cinese copre 14,4 milioni di utenti attivi che passano sull’app circa 11 minuti per sessione. Durante l’utilizzo di Tik Tok, il sistema dell’algoritmo è in grado di intercettare moltissime informazioni sul singolo utente suggerendo i contenuti più adatti alle sue preferenze. E questa è la stessa logica seguita da tutte le altre applicazioni. Questo procedimento, unito alla “novità” di creare un’app solo per contenuti video, ha permesso alla piattaforma di diffondersi dal 2016 ad oggi, entrando nell’olimpo di quelle più utilizzate in tutto il mondo. Una posizione che, indagini o meno, molto probabilmente riuscirà a mantenere, nonostante le critiche di quegli stessi politici che la utilizzano e che si mostrano preoccupati, mentre i loro followers aumentano.

Exit mobile version