2duerighe

Lavoro al Sud: il punto della situazione, dal PNRR al caso Whirlpool

Dopo una valutazione positiva della Commissione Europea, il 13 luglio il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato definitivamente approvato e il 13 agosto sono stati sbloccati i primi 24,9 miliardi di euro da parte dell’Europa, destinati all’Italia. Si tratta solo di una prima parte, il 13%, dell’importo totale (248 miliardi) che verrà versato in periodi separati. Un programma di grandi dimensioni quindi, facente parte del Next Generation EU (NGEU), il fondo di 750 miliardi di euro concordato dall’ Unione Europea in risposta alla crisi pandemica.

L’ingente cifra destinata all’Italia è alla base di una serie di obiettivi stilati dal governo. Tra i nuovi interventi e quelli “in essere”, sono state programmate anche alcune iniziative destinate a sanare il divario tra Nord e Sud Italia.

“È vero che l’Italia ha ottenuto la quota più significativa dei fondi europei per l’ampiezza dei divari territoriali da colmare, ma è anche vero che l’UE chiede di ridurre tali divari con azioni effettive e riforme efficaci, non con una mera ripartizione contabile delle risorse…il PNRR ha un vincolo di utilizzo di 5 anni e deve tenere conto anche delle storiche difficoltà del Sud di assorbimento dei fondi pubblici”

(Mario Draghi. Intervento del 20 aprile 2021)

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Gli interventi previsti

Per i prossimi anni, il governo ha previsto uno stanziamento di 213 miliardi di euro destinati al Mezzogiorno (di questi 82 miliardi provenienti dal PNRR).

Tutti questi interventi potrebbero migliorare la situazione del Meridione che al momento, risente ancora di un forte divario con le regioni del Nord. Ultimamente poi, alla lunga lista di licenziamenti avvenuti negli ultimi anni a causa della crisi, si sono aggiunte le circa 300 lettere di licenziamento degli operai della Whirlpool di Napoli, di proprietà della multinazionale americana che al momento ha un fatturato stimato di 19 miliardi di dollari.

Fondi previsti per il Sud Italia

Il caso Whirlpool

I primi di novembre, gli ormai ex operai dello stabilimento della Whirlpool a Napoli, insieme ai vari sindacati, sono scesi in piazza davanti alla Prefettura, durante la riunione per la vertenza riguardante la chiusura della fabbrica. Le prime lettere di licenziamento sono arrivate il 4 novembre. Questo sembra essere solo l’inizio di una lunga parabola di battaglie sindacali durate tre anni. La Whirpool, fondata da Louis Upton nel 1911, è uno dei brand di punta del settore degli elettrodomestici di tutto il mondo, con sedi anche in territori come la Cina.  Agli operai di Napoli, si prospettano due scelte presentate dai dirigenti: il trasferimento nella sede di Varese (non disponibile per tutti gli operai) o la possibilità che un nuovo consorzio di imprese rilevi il sito campano.

Gli ex operai della Whirlpool protestano davanti lo stabilimento di Napoli

A luglio del 2021, i dirigenti, in seguito ai privi avvisi riguardanti la procedura di licenziamento, avevano provato a spiegare le motivazioni della chiusura. Si tratterebbe di un drastico calo della domanda di lavatrici di alta gamma (Premium) prodotte proprio a Napoli, che ha provocato un abbassamento della produzione al di sotto del 30%. Condizioni che a detta dei dirigenti, non erano assolutamente prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano industriale del 2018, dovuti al mutato contesto macroeconomico che ha investito settori come quello degli elettrodomestici e che non è stato sanato neanche tramite gli investimenti degli ultimi 10 anni, ad opera dell’azienda, di circa 100 milioni di euro. Luigi La Morgia, amministratore delegato di Whirlpool Emea, ha anche dichiarato che lo stabilimento non ha più possibilità di essere aperto, dopo la fine della produzione ad ottobre e che altre attività produttive dell’azienda non possono essere trasferite in Campania, dato che sono già operative in altri siti. Fatti fortemente contestati dal sindacato, dal governo e dagli amministratori locali che invece ribadiscono la possibilità di diversificare la produzione, indirizzando le lavorazioni di differenti prodotti anche alla sede di Napoli.

La situazione della Whirlpool è solo una delle tante che si presentano sul territorio meridionale. Tra le varie motivazioni legate alle chiusure ci sono sia i problemi legati alle infrastrutture e ai costi dei trasporti (percorsi troppo lontani dai centri dell’economia del Nord) sia a cause legate a scelte personali dell’azienda, come nel caso qui esposto, come l’apertura di siti unicamente per la produzione di un prodotto che una volta fuori dal mercato, comporta inevitabilmente la chiusura. Nel frattempo, il governo ha più volte ribadito la sua linea nei confronti della multinazionale, promettendo agli operai interventi seri per la formazione del consorzio “entro il 15 dicembre”. Intanto molti di loro si sono ridotti all’elemosina, membri di quel gruppo di lavoratori del meridione rimasti al Sud: i restanti, rappresentano quella grossa percentuale che ogni anno continua a riversarsi al Nord, in cerca di migliori opportunità lavorative.

Exit mobile version