Il terremoto che ha colpito le popolazioni del centro Italia lo scorso 24 Agosto è stato un dramma che ha spazzato via in pochi attimi case come sogni, edifici e proprietà come speranza e possibilità. Le gare di solidarietà sono state significative, dimostrando un po’ ovunque una forte sentimento di compartecipazione che non deve fermarsi proprio ora.
Il mondo dell’arte, che da sempre ha nel suo fine più intimo quello di alleviare i dolori umani, si dimostra quindi ancora una volta un medium catartico significativo, capace di sostenere gli animi e al contempo di dare un aiuto concreto alle terre distrutte dal sisma.
In questa lodevole logica di sostentamento si inserisce la campagna del Teatro Eliseo e del Piccolo Eliseo, le cui stagioni inizieranno tra pochi giorni tra nomi e testi che fanno immaginare già un tripudio di consensi tra gli spettatori.
In particolar modo, la direzione artistica dei due teatri di Via Nazionale in Roma ha deciso di donare l’incasso delle anteprime di Americani ed American Buffalo interamente alle popolazioni colpite dal terremoto.
Due spettacoli questi che vedranno avvicendarsi sul palcoscenico personalità affermate ed all’apice del proprio percorso artistico quali, su tutti, Marco D’Amore e Sergio Rubini. Ma procediamo con ordine.
La messinscena che avrà luogo al Teatro Eliseo a partire dal 27 settembre è Americani, testo scritto da David Mamet che proprio per quel lavoro vinse il Premio Pullizer nel 1984 e che diede ispirazione anche ad un film omonimo nel 1992, con Al Pacino, Jack Lemmon e Kevin Spacey.
A quegli interpreti si sostituiranno, nella rivisitazione teatrale romana, Sergio Rubini (anche regista dello spettacolo), Gianmarco Tognazzi e Francesco Montanari, chiamati a dar vita ad un lavoro tradotto da Luca Barbareschi e che denuncia in maniera esplicita un mondo spesso atroce e cinico come quello degli affari.
Spaccato della società americana che continua poi al Piccolo Eliseo con American Buffalo, altra piéce tratta da un lavoro della magnifica penna di Mamet. La rappresentazione, che partirà invece dal 28 di settembre, affida la sua direzione a Marco D’Amore, artista totale che si è fatto conoscere al grande pubblico grazie all’interpretazione di Ciro l’Immortale nella brillante serie TV Gomorra.
D’Amore, che sarà anche il protagonista della sinossi, parla di American Buffalo come di una storia che racconta un «fallimento», ma anche di un lavoro che riesce a congiungere città apparentemente lontane come Chicago e Napoli facendo leva su qualcosa che è strettamente legato ai bassifondi di queste due città, in realtà così vicine.