Ma prendere sul serio un’opera ha come effetto immediato il prendere sul serio sé stessi e le proprie capacità in quanto interpreti. Se è infatti impossibile rappresentare l’intero Otello di Shakespeare, allora si avrà anche la responsabilità della scelta di cosa portare in scena: una responsabilità quest’ultima che è di poco inferiore alla prima. Ecco dunque la necessità di un “altro Otello”, di una rivisitazione dell’originale, di un suo adattamento. Il consiglio che qui si può dare per apprezzare questo spettacolo sarà quello di aver presente l’originale, non tanto perché non lo si capirebbe affatto -sarà pur sempre uno spettacolo a sé stante-, quanto per provare a rintracciare i tagli e le inversioni, le sottolineature e le accentuazioni, che caratterizzano questo “Otello scarnificato”; per vedere quanto questa rappresentazione ci può aiutare a capire l’originale.
Quali sono però le modificazioni che già ci possiamo aspettare? In primo luogo saliranno in scena, di contro ai dodici shakespeariani, solo quattro personaggi: Otello (Vincenzo Pirrotta), Desdemona (Valentina Cenni) e Iago (Luigi Lo Cascio). Ad essi si aggiungerà anche un soldato (Giovanni Calcagno) nei panni di nattatore, coscienza critica e coro: un testimone delle vicende che hanno coinvolto il suo amato generale. In secondo luogo si inizia dalla fine dell’Otello classico: il dramma è già compiuto e nell’incipit si tratterà subito di giustiziare Iago per i crimini commessi. Infine la lingua con cui i personaggi ci parleranno sarà un italiano commisto al siciliano legati insieme dal ritmo degli endecasillabi.
Sotto la lente di ingrandimento del palcoscenico verrà anche gettata una luce sull’enigmaticità delle passioni umane. Come ci spiega nuovamente Lo Cascio: “Nella sua versione, la storia di Otello è la storia di un uomo. E ciò che lo conduce al compimento del suo atto scellerato non è chiaramente dovuto alle implicazioni che derivano dal colore nero della pelle. Ma da quella differenza fondamentale che talvolta, invece di generare un incontro tutto da costruire in virtù del desiderio, può spalancare un varco da cui può irrompere un odio smisurato. Questa differenza è quella tra uomo e donna.”
Dal 17 al 29 marzo
Teatro Quirino Vittorio Gassman
via delle Vergini 7, Roma
Botteghino: 06/6794585
Orari:
dal martedì al sabato ore 20:45
giovedì 19 e mercoledì 25 marzo ore 16:45
tutte le domeniche ore 16:45
di Daniele Di Giovenale
Twitter: @DanieleDDG
9 marzo 2015