Dall’altro lato della barricata amorosa, a minare nelle fondamenta questo castello di speculazione teorica, la principessa di Francia e il suo seguito di dame: Maria, Rosalina e Caterina. Le bellissime giovani conquisteranno subito i cuori degli impegnati intellettuali, facendoli ben presto desistere dai loro rigidi propositi. La commedia, per la regia di Alvaro Piccardi, si snoda velocemente tra giochi di parole, rapidi scambi di battute e sperimentalismo linguistico, con una divertente commistione di dialetti regionali. I costumi, opera di Giovanna Arena, e il linguaggio ,in parte attualizzato, trasportano cronologicamente lo spettatore dalla guerra dei cent’anni all’età contemporanea, con i giovani asceti nelle vesti di ricchi rampolli e le belle dame in abiti dell’alta borghesia degli anni 50-60.Naturalmente non mancano i temi ricorrenti del teatro di Shakespeare come il topos del ballo in maschera ,delle incomprensioni d’amore tipiche della commedia degli equivoci o lo spettacolo, come divertenti matrioske, all’interno dello spettacolo stesso. Particolarmente convincente e di grande intelligenza attoriale la prova di Fabrizio Milano nei panni dell’arguto e ironico Boyet.
Damiano Rossi (Roma)
16 settembre 2014