Aveva debuttato proprio l’anno scorso ed ora è tornato per chiudere in grande stile, atteso da un pubblico numerosissimo ogni sera in fila al botteghino per una caccia al biglietto, con la speranza di assistere ad uno degli spettacoli più applauditi dell’ultimo anno.
“Vivere è un abuso, mai un diritto” recita il sottotitolo e sul palco si vive a pieno, Timi ricalca la figura del Don Giovanni discostandosi da quella di Moliere o Mozart, il suo è un personaggio più dissacrante, esplosivo ed ironico, ciò che rimane del classico è solo il canovaccio teatrale su cui l’autore ha saputo costruire sapientemente una messa in scena ricca ed intelligente.
L’attore si abbandona ad ogni voglia, circondato da sfarzi ed eccessi, non si risparmia nei toni e nei modi per raccontare la storia di una figura che non conosce pudore o etica, tutto deve essere sua disposizione, sempre.
Oltre agli intrecci del piacere si assiste però a veri e propri momenti di riflessione e grande raffinatezza, il Don Giovanni (o Timi) più di una volta spara sentenze sulla platea ed è capace di far riconoscere lo spettatore in quelle forti parole tra tormento e piacere.
Uno spettacolo sopra le righe con una tecnica narrativa all’avanguardia, un passo in avanti come pochi riescono a fare ed è proprio qui il segreto del successo, nel coraggio di rischiare con scelte registiche opinabili ma decisamente vincenti.
All’interno del testo, come prevedibile, sono presenti tantissimi elementi e battute molto “spinte”, ma il Cast riesce a non cadere mai nella volgarità più spicciola o ad infastidiremostrandosi a volte, completamente nudi.
Le vicenda si sviluppa all’interno di una scenografia moderna ed innovativa a cura dello stesso Timi, sfarzosa ed imponente per ricordare forse la psicologia del Don Giovanni, i costumi curatissimi ed eccentrici sono di Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele e la produzione è del Teatro Franco Parenti e Teatro Stabile dell’Umbria.
Un capolavoro del nuovo teatro italiano, un’innovazione intelligente il cui successo è certamente meritato.
Paolo Marco Rimmaudo
3 marzo 2014