Marco Baliani, autore dell’adattamento teatrale, nonché regista dello stesso, presenta l’opera raccontando dell’idea di mettere in scena “Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, idea accarezzata in primis da Stefano Accorsi e subito sposata dallo stesso Baliani.
Poi dubbi, ripensamenti, ed infinte la convinzione di doverci provare e dar retta ad Accorsi ed alla sua folle intenzione:”Recitare l’Orlando furioso, da solo”. “Coincidenze, occasioni e imprevisti, hanno generato questa nuova avventura – si legge nell’introduzione – che parte dal successo dell’edizione di Furioso Orlando, e raccoglie la necessità e la rinnovata sfida di provare ad esplorare il testo in una direzione ancor più radicale, dove l’arte sublime del giullare e dell’improvvisazione fa risuonare i corpi in scena attraversati da rime, versi , suoni, rumori, trasformandoli in uno ed in tutti i personaggi e nei mostri e nelle creature magiche del celebre cantare”.
Marco Baliani e Stefano Accorsi, comunciano cosi a “viaggiare”, tra i versi di Ariosto, insieme ad Orlando, che insegue la bella Angelica e la guerriera Bradamante, innamorata di Ruggero, cavaliere saraceno destinato alla conversione.
Intorno ad essi, una moltitudine di personaggi si affaccia a turno lungo il sentiero tracciato dai due attori in scena, e da questi condotti in un vortice di rime e fine improvvisazione.
Accorsi e Baliani, ispirati quanto profondamente complici sul palco, “saltano su e scendono giù dai cavalli – continua l’introduzione- in corsa nella giostra, in un ludico ed ironico carosello di corpi e voci, dandosi l’un l’altro a volte la spinta dell’abbrividio a volte l’inciampo dell’ostacolo, cambiando modi e tonidel parlare, narrando, monologando e dialogando”.
Paolo Marsico
1 marzo 2014