La scelta delle due commedie risulta dalla volontà di realizzare un programmazione unitaria, con le due opere pirandelliane accomunate da un filo conduttore comune, l’idea che l’apparenza conti più dell’essere e che i propri comportamenti debbano essere dissimulati per omologarli al pensiero comune, pena il disprezzo e le critiche dei propri concittadini.
Pensaci Giacomino nasce come testo di una novella pubblicata da Pirandello nel 1910 e solo successivamente modificata per la messa in scena sul palco teatrale. Protagonista della commedia è il professore Agostino Toti, interpretato ottimamente dallo stesso Marcello Amici, il quale decide di prendere moglie, alla sua veneranda età, una giovane donna in modo da fare dispetto alle Stato, verso il quale l’anziano nutre un profondo risentimento, obbligandolo in tal maniera a pagare, alla sua morte, una pensione per lungo tempo anche alla giovane vedova. La scelta cade su Lillina, ma la faccenda si complica quando la fanciulla rivela di aspettare un figlio da Giacomino, ex alunno del professore, con cui da tempo ha una relazione amorosa. Il professore decide in ogni caso di sposarla, facendogli da semplice padre e permettendogli di vedere il suo giovane innamorato, purché si finga che lui non sappia nulla, dissimulando quella che è la realtà. La situazione precipita quando i concittadini iniziano ad spettegolare e a diffondere menzogne sul contro della non convenzionale famiglia allargata, arrivando, con l’aiuto della sorella dello stesso Giacomino, ad far dubitare il giovane della bontà dell’inusuale intesa famigliare.
Damiano Rossi (redazione Roma)
7 luglio 2013