Discorso leggermente diverso concerne l’Ecuador di Luis Antonio Valencia, volto noto del calcio continentale (ala dello United), simbolo della rapidità e della maggiore esperienza, se in rapporto ai vicini caraibici, del team sudamericano. Esperienza, in verità, acquisita con l’ascesa degli anni 2000 e la partecipazione ai mondiali coreani del 2002 e culminata con il traguardo degli ottavi di finale (0-1 contro l’Inghilterra) nel 2006, anno della vittoria azzurra in Germania. Erano gli anni di Suarez sulla panchina giallo-blù, prima che egli cedesse il posto, in seguito alla mancata qualificazione per Sud Africa 2010, all’attuale tecnico colombiano Reinaldo Rueda. Tra gli effettivi sotto la guida del c.t. Rueda, pesa il forfait dell’ultimo minuto (causa infortunio) del veterano di centrocampo Segundo Castillo, tuttavia parzialmente compensata dalla conferma di Edison Mendez, portabandiera trentacinquenne al suo terzo mondiale con la maglia de “La Tri”. Si partirà con Svizzera-Ecuador e Francia-Honduras, ma sarà il 20 giugno, stadio Arena Fonte Nova, la data chiave per il verdetto sulla prima posizione. Svizzera e Francia si daranno battaglia per il secondo dei tre turni previsti, dando luogo alla sfida teoricamente più avvincente della fase iniziale. L’undici di Deschamps, benché clamorosamente privo della sua punta di diamante Franck Ribery, costretto ad alzare bandiera bianca a meno di una settimana dal via a causa degli insistenti dolori alla schiena (al suo posto convocato Cabella), è consapevole della ghiotta opportunità fornita dal girone abbordabile, per questo l’approdo alle fasi finali è considerato requisito indispensabile per un mondiale che si riveli quantomeno soddisfacente. A guidare la spedizione francese, la voglia di esser decisivo anche in tenuta blu di Karim Benzema, fresco di vittoria in Champions assieme al compagno Varane, che formerà la coppia centrale, salvo ballottaggi, con Sakho, autore della doppietta che permise ai transalpini di volare in Brasile, ribaltando, nello spareggio post-girone, il 2-0 subito in Ucraina. Le altre due certezze portano il nome di Lloris, tra i pali, e Paul Pogba, gioiello juventino, a centrocampo, chiamato all’esame di maturità. Solitamente combattiva, la Svizzera del sergente di ferro Ottmar Hitzfeld rischia di rappresentare l’unica vera sorpresa al vertice del gruppo E, abbinando buona tecnica a solidità, grazie anche al blocco “italiano” Lichtsteiner-Behrami-Inler-Dzemaili. Se si aggiunge l’estro offensivo di Shaqiri (Bayern Monaco), gli elvetici potrebbero scoprirsi padroni inaspettati di un girone che il favore del pronostico reputa tendenzialmente in mano alla compagine francese.
di Mattia Coletti
8 giugno 2014