Parte a rilento il match delle tante stelle. L’Uruguay manifesta sin dai primi minuti il timore e il rispetto per la pericolosità dello spessore tecnico spagnolo, rintanandosi in un atteggiamento prudente e remissivo. L’iniziativa è lasciata alla Spagna. L’obbiettivo quello di imbeccare, col contropiede fortunato, la vena realizzativa del bomber Cavani. I rischi dell’atteggiamento rinunciatario dei biancoazzurri si intravedono già al 10° minuto, quando Fabregas, dalla lunga distanza, centra il palo con una bordata precisissima che non trova il goal per una manciata di centimetri. Primi scricchiolii di una rottura imminente. Al 21° è vantaggio Spagna: dalla respinta di un calcio d’angolo, il pallone finisce sul limite dell’area, nei pressi di Pedro, che è lesto a sfruttare la ghiotta occasione. L’attaccante iberico carica il destro e spiazza l’incolpevole Muslera, grazie alla decisiva e fortunosa deviazione di Lugano, ritrovatosi sulla traiettoria del tentativo a rete. 1-0 e Spagna meritatamente in vantaggio. L’Uruguay non ci sta e con un sussulto d’orgoglio si riversa in avanti alla ricerca del pareggio, ora concedendo maggiori spazi. E’ un invito a nozze per il pregiato possesso palla delle “furie rosse”. Al 31° è Soldado a raddoppiare il passivo. Il numero 14 si fa trovar pronto sulla chirurgica verticalizzazione di Fabregas diretta nel cuore dell’area di rigore e deposita con freddezza la sfera oltre la linea di porta, superando l’uscente Muslera con l’interno del piede destro. 2-0 e partita vicina alla chiusura già dopo la prima mezz’ora. Con le chiavi del match in tasca, gli spagnoli amministrano in tranquillità, concedendo sprazzi di grande gioco e sfiorando ripetutamente la terza marcatura, che non arriva, però, sino al termine della prima frazione di gara, che si chiude sul 2-0. Rientrano in campo le compagini per il secondo tempo, ma la partita sembra già in cassaforte. L’Uruguay pare dato per sconfitto, con la Spagna ad esibirsi in dimostrazioni individuali e collettive di calcio assoluto. Iniesta su tutti imbarazza in più di un’occasione la retroguardia sudamericana, regalando serpentine e numeri ai limiti dell’umano. E’ un susseguirsi di perle iberiche infittite nell’ormai celebre ragnatela del tiqui-taca, che addormenta decisamente il confronto. Il colpo di coda uruguaiano arriva all’88°, con la splendida realizzazione del gioiello uruguaiano Suarez, imbeccabile su punizione dal limite, disegnando una parabola a giro che scavalca la barriera e punisce Casillas. Rimane un fiore nel deserto. E’ troppo tardi: il match si conclude. La Spagna soddisfa le aspettative, vince la prima e si porta al comando del girone B. Domani l’altra sfida Tahiti-Nigeria (ore 21 italiane).
Mattia Coletti
17 giugno 2013