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Giappone: l’educazione affettiva come materia obbligatoria nelle scuole 

In un mondo scolastico in cui la competitività e la disciplina regnano sovrane, il Giappone fa un atto “rivoluzionario”: introduce l’educazione affettiva. Questa nuova materia, aiuta i giovani studenti a guardare oltre i risultati, educandoli a comprendere e accogliere le proprie emozioni.

Cos’è l’educazione affettiva

Il Giappone è un paese noto per la sua forte competitività, soprattutto a livello scolastico. Molti studenti si sovraccaricano di studio e molte famiglie si indebitano pur di vedere i propri figli emergere nella società nipponica. È proprio a causa dei forti stati di stress emotivi che è nato il fenomeno degli Hikikomori: fenomeno che vede giovani isolarsi dentro le proprie case o camere per mesi o anni, al fine di evitare la pressione sociale.

Dopo un’analisi degli alti livelli di stress e depressione emersi negli studenti giapponesi, si è capito che c’è bisogno di fare qualcosa per aiutare la futura generazione a combattere e comprendere le proprie emozioni. Da questa riflessione nasce l’idea di introdurre l’educazione affettiva nelle scuole giapponesi.

Foto: Getty Images

Il progetto dell’introduzione dell’educazione affettiva nasce dalla professoressa Akiko Ogata dell’Università di Hiroshima. Questo piano è indirizzato principalmente agli studenti delle scuole superiori, fascia più vulnerabile dei giovani. La formazione sull’educazione affettiva è composta da 12 incontri durante un intero anno scolastico, condotti da psicologi clinici in collaborazione con i docenti

La materia tocca diversi temi e aree specifiche per la comprensione delle proprie emozioni. Durante le classi si tocca il tema dell’assertività, indirizzata allo sviluppo dell’espressione dei propri bisogni nel rispetto degli altri. Si aiutano gli studenti a modificare i propri pensieri negativi attraverso la ristrutturazione cognitiva. Negli incontri si impara la gestione della rabbia, controllando e canalizzando le proprie frustrazioni. Infine, gli incontri mirano ad insegnare lo sviluppo di strategie per risolvere i propri problemi durante la vita quotidiana, attraverso tecniche di problem solving

Primi risultati in Giappone e prospettive per il futuro

L’applicazione dell’educazione affettiva nelle scuole giapponesi sta già dando i suoi primi frutti. Questi risultati promettenti potrebbero portare il Giappone ad introdurre la materia come obbligatoria nelle scuole.

I ricercatori Kohei Kambara dell’Università di Doshisha e Yugo Kira dell’Università di Kurume hanno monitorato gli andamenti depressivi di 120 studenti di un liceo giapponese, partecipanti alle classi di educazione affettiva. È emerso che la regolare frequenza al corso non ha portato a nessun peggioramento dello stato depressivo dei singoli studenti, a differenza di chi ha frequentato sporadicamente. Questo tipo di risultato fa sperare in un futuro in cui i giovani possano essere educati a comprendere i propri bisogni ed imparare ad esprimersi per il proprio benessere. Un’educazione simile potrebbe portare miglioramenti nella società di domani, aiutando a formare persone più felici, in grado di canalizzare le proprie frustrazioni e creare soluzioni per la propria salute, sia a livello scolastico che personale. Un’offerta formativa come quella dell’educazione affettiva forma non solo lo studente di oggi, ma anche il cittadino, lavoratore o padre di domani. Investire in questo tipo di progetto, come dimostrano i primi risultati, significa investire in un futuro fatto di persone consapevoli dei propri bisogni.

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