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Egitto: scoperta l’antica città di Imet, con case-torri simili a condomìni

Un gruppo di ricerca britannico guidato da Nicky Nielsen, egittologo dell’Università di Manchester, ha scoperto un’antica città dimenticata in Egitto: Imet.

Gli scavi avrebbero rinvenuto dei particolari edifici, simili a case-torri, che potrebbero essere classificate come i primi condomini.

La ricerca è avvenuta anche in collaborazione con il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano e con l’Università di Sadat City al Cairo. Dopo l’analisi di alcune immagini, raccolte dalla Nasa e dal’Us Geological Suvery, a circa 80 km dal Cairo e intorno al sito archeologico di Tell Nabasha, sono state rinvenute delle strutture architettoniche sepolte.

È stata perciò suggerita la presenza di una città antica nel sottosuolo. Secondo gli studiosi, potrebbe trattarsi di un vero e proprio insediamento, con edifici di vario genere.

Fonte: Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto.

La città rinvenuta potrebbe essere quella di Imet, ricordata come uno dei nuclei del dominio egiziano, antecedente ad Alessandro Magno, risalente circa alla metà del quarto secolo a.C.

Le strutture più interessanti sono sicuramente le case-torri, che sembrerebbero progettate per accogliere più famiglie. Per Nielsen: “Queste case-torri si trovano principalmente nel Delta del Nilo tra il Periodo Tardo e l’epoca romana, e sono rare nel resto dell’Egitto.

La loro presenza qui dimostra che Imet era una città fiorente e densamente costruita, con una complessa infrastruttura urbana”. L’egittologo ha inoltre dichiarato che tali abitazioni potrebbero essere i primi condomìni dell’Antico Egitto.

Oltre a questi edifici, sono stati ritrovati anche una figurina funeraria, uno strumento metallico raffigurante Hathor (dea della musica e della gioia) e soprattutto una stele di Arpocrate, il fanciullo di Horus (dio del silenzio e dei segreti). Tali oggetti sottolineano l’importanza della città di Imet in Egitto, anche per via della presenza del tempio di Wadjet, costruito da Ramses II tra il 1279 e il 1213 a.C.

Fonte: Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto.

La scoperta di Imet offre nuove chiavi interpretative sulla vita quotidiana e i culti tra la XXVI dinastia e l’epoca tolemaica. Aiuta inoltre a comprendere i mutamenti socio-culturali del Delta, nella particolare fase di transizione tra dominazione indigena e occupazione greco-macedone.

Come ha affermato lo stesso Nicky Nielsen: “Abbiamo appena grattato la superficie e già questo sito ci parla con la voce di secoli. È un invito a proseguire”.

Il tutto rientra nella più ampia campagna di rilancio del turismo culturale in Egitto, in maniera coerente con gli obiettivi di sostenibilità e valorizzazione del patrimonio nazionale.

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