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 S.E. Mirjana Jeremic, la voce di Belgrado a Roma

Per conoscere un paese, la sua cultura, la sua economia ed il suo volto politico non c’è modo più diretto che parlarne con un suo rappresentate. Ci faremo raccontare, attraverso l’intervista a S.E .Mirjana Jeremic, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Serbia presso la Repubblica Italiana, la Repubblica di Malta e la Repubblica di San Marino, alcuni spaccati passati, presenti e futuri della Serbia

Dal 2004 al 2008 ha lavorato in Canada, dal 2010 al 2014 in Repubblica Ceca e dal 2016 al 2021 in Slovenia. E’ a Roma dal 2023, quali differenza ha trovato rispetto alle precedenti esperienze diplomatiche?

Il Canada, la Repubblica Ceca e la Slovenia sono state tappe importanti della mia carriera diplomatica, e sono, comunque, per molti aspetti paesi molto diversi uno dall’altro. Il Canada è stata un’esperienza particolarmente interessante, sia per il fatto che è geograficamente distante, sia perché è un paese dove lo stile di vita e di lavoro sono culturalmente differenti rispetto all’Europa in generale. La Repubblica Ceca è un paese dai forti legami storici con la Serbia, dall’amicizia tra i due popoli, nonché dai legami personali e dalle relazioni istituzionali di altissimo livello. Con la Slovenia, che una volta faceva parte dell’ex Jugoslavia, condividiamo una storia comune, molte somiglianze e un intenso dialogo culturale, sociale e politico. Insomma, ho avuto l’onore e la fortuna di lavorare nei paesi in cui mi trovavo veramente bene portando con me dei bei ricordi e delle amicizie per tutta la vita. Oggi sono fiera di poter rappresentare il mio paese in Italia, a Roma, una delle più belle città del mondo, il cui fascino non smette mai di far innamorare il mondo. In questi primi dieci mesi del mandato ho notato tante similitudini culturali e sociali tra i nostri popoli, che naturalmente derivano anche dal fatto che apparteniamo alla stessa area geografica, che le nostre storie e le nostre culture sono intrecciate essendosi arricchite a vicenda da secoli.

 

Ovviamente rappresentare il proprio paese in un’altra nazione è importante indistintamente dalla città di destinazione ma cosa significa per un Ambasciatore farlo in paese come l’Italia?

Per la Serbia, l’Italia è senza alcun dubbio uno dei paesi più importanti dell’Europa. I nostri rapporti sono proficui, il dialogo istituzionale è intenso, e i rapporti economici forti e di fiducia. Quest’anno celebriamo anche due importanti date: 145 anni di relazioni diplomatiche e 15 anni di partenariato strategico. Alla luce di questi grandi ricorrenze della nostra storia comune, dall’inizio dell’anno abbiamo avuto delle importanti visite bilaterali, tra le quali evidenzierei in particolar modo il Business Forum a Trieste nel maggio scorso, al quale hanno partecipato il Primo Ministro della Serbia, Miloš Vučević ei ministri del commercio, dell’agricoltura, dell’ambiente, dei trasporti e delle infrastrutture e dell’energia. Sempre quest’anno sono state realizzate le visite dei ministri degli esteri, dell’integrazione europea, della giustizia, della scienza e del turismo. Entro la fine dell’anno avremo una visita parlamentare al massimo livello, a Trieste si svolgerà la nuova edizione del Forum Scientifico Italia-Serbia e all’inizio dell’anno prossimo il Vertice Intergovernativo Italia – Serbia.

In un anno ha già portato avanti tanti progetti su più campi e tematiche, quali obiettivi si è prefissa per il futuro e, se ci sono state, quali difficoltà ha incontrato in questo primo anno?

La solidità dei rapporti tra i nostri due paesi e le nostre diplomazie fa sì che ci sia una generale apertura verso la Serbia. Direi che le opportunità siano tante, praticamente in ogni ambito istituzionale, specialmente in quelli che trainano lo sviluppo come istruzione, scienze e nuove tecnologie. Per quanto riguarda le sfide, la mia osservazione personale è che le conoscenze della Serbia e della regione siano ancora in qualche misura legate al periodo degli anni Novanta e ai conflitti nell’ex Jugoslavia. Da allora sono trascorsi trent’anni e la Serbia ha fatto tanti progressi, ci siamo in buona misura allineati agli standard europei, seguendo il nostro traguardo strategico di diventare membro dell’Unione europea. Pertanto, credo che dovremmo continuare a lavorare ancora su questo piano per riavvicinamento attraverso la cultura, l’arte, la cooperazione dei giovani, ovvero per via di cooperazione che vada oltre i quadri strettamente formali ed istituzionali.

Rimanendo sul piano delle iniziative quali pensate siano quelle che hanno riscontrato più successo nel pubblico?

Decisamente la cooperazione nel ambito della cultura rappresenta una potenza enorme, con la capacità di creare legami forti e duraturi, e di produrre delle nuove idee e iniziative a beneficio dei cittadini. Ho già detto in altre occasioni e vorrei ribadirlo anche in questa sede che quest’anno è stato l’anno della cooperazione cinematografica. Siamo molto soddisfatti per la ratifica dell’Accordo di coproduzione cinematografica tra l’Italia e la Serbia che apre una nuova prospettiva in questo campo e ci auguriamo che presto avremmo i primi progetti bilaterali. Aggiungerei che la Serbia si è esibita al festival del Cinema di Venezia e al Film Festival di Ischia. Durante l’estate abbiamo avuto una splendida mostra dell’artista serba Mira Brtka alla GNAM, artista che collaborò proprio nel ambito cinematografico con i grandi registi italiani. Nel corso dell’anno abbiamo organizzato varie proiezioni nella nostra ambasciata tra i quali anche un film sul più grande scienziato serbo di tutti i tempi Nikola Tesla, l’inventore visionario che cambiò il nostro mondo e annunciò il futuro che noi oggi stiamo vivendo.

Economia e sviluppo, la Serbia sta vivendo un momento importante di crescita. A cosa è dovuta questa crescita e quali settori stanno vivendo un periodo particolarmente florido?

L’andamento dell’economia della Serbia è stabile e positivo. Nella prima metà di quest’anno il PIL è cresciuto del 3,8%, collocandoci tra i paesi con la maggiore crescita in Europa. Inoltre, la Serbia è l’unico paese candidato all’adesione all’UE ad aver recentemente ottenuto il rating “BBB-“da parte dello “Standard and Poor’s”. La nostra economia e il commercio sono fortemente legati all’Europa per cui il maggior volume di scambi commerciali viene realizzato con i paesi dell’UE. l’Italia il nostro terzo partner commerciale estero con uno scambio totale di circa 4 miliardi di euro nel 2023. Allo stesso tempo la Serbia è la principale destinazione degli investimenti nella nostra regione, con una quota di oltre il 60% di tutti gli investimenti esteri. Parlando di potenzialità, siamo particolarmente soddisfatti che la Serbia ospiterà l’EXPO specializzata “Salto nel futuro – Serbia 2027”, grazie alla quale avvieremo oltre 300 progetti infrastrutturali e in altri campi in tutta la Serbia per un valore complessivo di 17,8 miliardi di euro. L’Expo 2027 lo vediamo come una nuova opportunità di crescita. Auspichiamo la presenza di più di cento Paesi, tra cui naturalmente ci sarà anche l’Italia.

Ultima domanda sulla politica internazionale: Serbia ed Unione Europea. I negoziati sono iniziati il 21 gennaio del 2014, come stanno procedendo le trattative?

Innanzitutto vorrei ricordare che la Serbia è impegnata da dieci anni nei negoziati di adesione all’Unione europea e credo che il numero di capitoli aperti non rifletta i reali progressi ottenuti. Infatti, abbiamo già compiuto dei passi decisivi in molti settori e il nostro sistema giuridico è in buona misura allineato all’acquis dell’Unione europea. Certamente, non possiamo non costatare che finora la dinamica non sia stata soddisfacente e che bisogna fare di più. Il processo è legato anche al dialogo mediato dall’UE tra Belgrado e Pristina, nel quale Belgrado resta l’unica parte costruttiva, mentre a causa degli atti unilaterali di Pristina, la situazione per il popolo serbo nella nostra Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija sta deteriorando di giorno in giorno e noi lo facciamo presente ai partner europei.

In conclusione, la Serbia vuole vedere il processo di adesione più veloce ed efficace per tutti gli altri paesi candidati della regione. Credo che vada ribadito che l’Unione Europea ha bisogno dei Balcani tanto quanto i Balcani hanno bisogno dell’Unione europea. Noi siamo senza alcun dubbio parte dell’Europa e la Serbia sta lavorando per avere tutte le carte in regola entro 2027. Siamo molto grati all’Italia per aver condiviso questa posizione e per aver sempre sostenuto la nostra l’adesione in modo chiaro e convinto. La Serbia è oggi un paese di opportunità, ma anche un partner affidabile che contribuisce in modo concreto ad affrontare le sfide comuni.

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