Non è più solo un pettegolezzo politico o uno scandalo internazionale: sta per diventare una guerra di reputazione da un miliardo di dollari.
Melania Trump ha deciso di rispondere con il pugno duro – e un team di avvocati di ferro – alle parole di Hunter Biden, figlio di Joe, il quale in una recente intervista ha tirato in ballo il nome di Jeffrey Epstein, sostenendo che sarebbe stato proprio lui a presentare Melania a Donald Trump. Una versione dei fatti che la First Lady definisce “falsa e diffamatoria”, e che ora potrebbe costare carissimo al figlio del presidente, visto che la minaccia di una causa miliardaria è già sul tavolo.
Tutto nasce da alcune dichiarazioni del figlio dell’ex presidente degli USA, che in una conversazione con il regista Andrew Callaghan ha sostenuto che fosse stato proprio Epstein – il finanziere pedofilo morto in carcere nel 2019 – a far conoscere Melania e Donald: una frase che la moglie del tycoon ha definito, senza mezzi termini, “diffamatoria, falsa e altamente provocatoria”.
Gli avvocati della signora Trump hanno già inviato una lettera formale al legale di Biden jr, sottolineando come le affermazioni in questione abbiano provocato quello che è stato definito un “danno finanziario e reputazionale schiacciante”, e pretendendo di conseguenza una ritrattazione immediata; la richiesta proveniente dalla Casa Bianca è chiara, e può essere sintetizzata così: o arrivano le scuse, o scatterà la battaglia legale.
Hunter Biden però non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Anzi, nelle interviste successive ha ribadito le sue parole con toni ancora più diretti e pungenti, al punto da attirare nuove critiche su di sé e accendere ulteriormente uno scontro mediatico già infuocato.
Il nodo a questo punto si infittisce, e inizia anche a destare una certa curiosità: chi ha davvero presentato Melania a Donald Trump?
Secondo i ricordi della first lady, l’incontro avvenne a New York nel 1998, durante un party organizzato dall’agente di modelle Paolo Zampolli, e dunque non avrebbe nulla a che vedere con Epstein.
Le accuse di Hunter arrivano a destare scalpore in un momento già teso, con da un lato i democratici che chiedono chiarezza sui rapporti tra Epstein e alcune figure di primo piano del Paese, e dall’altro lato con la base trumpiana che appare sempre più convinta – rassegnatamente – che molti dettagli del caso siano stati insabbiati nel tempo.
Intanto, il silenzio dell’avvocato di Hunter Biden lascia intendere che lo scontro non si fermerà qui: le scuse tardano ad arrivare, e allora la battaglia da un miliardo di dollari, pur essendo solo all’inizio, ha già catturato l’attenzione del mondo.