Classe ’64, l’exploit di Masini è a Sanremo nel 1990 quando partecipa con “Disperato”, arrivando primo nella categoria “Novità”. Ritenta solo un anno dopo, piazzandosi terzo dietro a Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Da qui, una carriera in salita che lo porta però nel 2001 ad annunciare pubblicamente il suo ritiro. La colpa sarebbe stata di una critica feroce che censurava i suoi brani non permettendogli di divulgarli in radio o in tv. Questo nascondino dalle scene, dura appena due anni: nel 2003 torna con “Il mio cammino” e una nuova casa discografica. Nel CD ripercorreva già le tappe fondamentali della sua carriera, riarragiando i brani in modo nuovo: un ritorno al vecchio, con una rinfrescata. Sintomo di un cambiamento?
Viene da pensarlo, anche perché da quel momento le esperienze cominciarono un po’ a mutare. Ad esempio, più tour live e soprattutto nel 2005 l’incisione della sigla del cartone Shaman King.
Storica quanto stupida, la storia della “jettatura”, la stessa che toccò in sorte a Mia Martini anni prima, che Masini ha più volte risolutamente snobbato e di cui ha chiaramente negato l’esistenza.
Insomma, una figura importante della musica italiana, un compositore “a orecchio” come si definisce lui, che segue più l’istinto che la tecnica musicale e che non si abbassa ad alcun tipo di compromesso.
Il suo è un genere tipico del cantautorato nato negli anni ’80, con sonorità inizialmente accumunabili a quelle di Enrico Ruggeri, con il quale canta “La gente di cuore” nel 1997. Ballata-duetto particolarmente sentimentale, nota grazie ad un live della Rai in cui i due artisti cantano in parallelo con due pianoforti a coda in studio.
Il compleanno della sua carriera, quindi, Marco ha deciso di festeggiarlo in teatro e toccherà città come Cesena, Padova, Bergamo, Varese, Novara, Firenze, Bari, Genova, Milano, Roma e Torino. Lo stesso cantante afferma: “Attraverso 25 anni di musica cercando di dare un senso al tempo che è passato con una carrellata di brani, alcuni riarrangiati dal vivo con suoni e colori nuovi; il mio obbiettivo è rimasto sempre lo stesso ossia condividere emozioni attraverso le storie che ho scritto, che amo incondizionatamente perché credo appartengano ancora a tanti”. Infatti, è questa la particolarità della sua musica: non si ferma a pochi eletti come una parte dei cantautori, soprattutto vecchia scuola, tendono a fare. I suoi brani sono universali, sono condivisibili e a qualsiasi età.
Nel mentre, in radio è in rotazione ““Non è vero che l’amore cambia il mondo”, estratto dall’album “Cronologia”, appunto, che sarà probabilmente riproposto anche quest’inverno nell’indoor tour.
di Martina Simonelli
25 luglio 2015