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Intervista a Luigi Provenzani, dalle web radio ad oggi.

Classe ’98, voce di Turbozeta e tra i più giovani coordinatori italiani.

Luigi, dalla tua biografia emerge che già a 14 anni hai fondato una web radio con alcuni tuoi amici. Come è nata la tua passione per la radio? C’è stato un momento preciso in cui hai capito che questo poteva diventare più di un semplice passatempo?

In realtà non l’ho mai capito. Dopo qualche anno dentro la grande famiglia di RTL 102.5, entrando in radio con il sole e uscendo col buio ho capito che stava diventando qualcosa di più importante, il tempo passava e non me ne accorgevo neanche.

Molti giovani oggi sognano di lavorare nel mondo della comunicazione, ma spesso si trovano davanti ostacoli o pregiudizi. Quale consiglio ti senti di dare a chi vorrebbe intraprendere un percorso simile al tuo?

Non arrendersi mai e continuare a provare. Sacrificio, voglia di mettersi in gioco e professionalità devono essere la chiave. Senza dimenticare mai spirito d’iniziativa e rispetto. In qualunque settore.

Sei uno dei più giovani direttori artistici d’Italia, credi che quello della radio sia ancora un mondo “anziano”, legato a logiche e strutture del passato, o pensi invece che ci sia spazio per i giovani?

La radio che abbiamo oggi è sicuramente un’eredità delle nostre precedenti generazioni, grazie allo splendido lavoro portato avanti dal nostro presidente e da un grande team che ha fatto diventare la radio quello che è oggi. Ciò non significa che la radio è più giovane che mai, il progetto Radio Zeta ne è la prova: una radio fatta da ragazzi che si rivolgono a tutte le generazioni con il loro linguaggio e le loro passioni. Da qualche mese ci piace dire che siamo tutti una grande squadra che non ha età, nessuno deve sentirsi escluso: la chiamiamo #TeamRadioZeta.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi professionali?

Crescere e lavorare divertendomi ogni giorno, la passione è la chiave di un prodotto ben fatto.

Entriamo un po’ nel vivo del tuo lavoro: cosa significa, concretamente, lavorare in radio? Come si organizza il lavoro quotidiano di una stazione radiofonica?

I personaggi coinvolti nel quotidiano per il funzionamento di una radio nazionale sono tantissimi: ufficio musica, speaker, social, web, marketing e tanto altro. Io sono il coordinatore, colui che si assicura che tutto vada nella direzione prescelta.

Dal 2019 sei nella famiglia Radio Zeta, una realtà in continua evoluzione e con lo sguardo al futuro. Cosa ti ha spinto ad abbracciare questo progetto?

Sicuramente gli stimoli che ogni giorno arrivano all’interno di un gruppo così dinamico. Ogni giorno non è mai uguale all’altro.

Radio Zeta è sicuramente una delle realtà più ascoltate presenti in Italia, qual è la ricetta vincente?

Direi che un binomio: l’enorme lavoro di ricerca sonora a cura di Lina Pintore e di tutto il team dell’ufficio musica sommato a quanto fatto in onda ogni giorno dai nostri speaker, che hanno la responsabilità di intrattenere al meglio il pubblico con ciò che ci contraddistingue, la nostra naturalezza.

Radio Zeta Future Hits, ennesimo successo tangibile. Quali novità ci dobbiamo aspettare in futuro? (progetti o eventi)

Come detto poco fa siamo in continua evoluzione e le novità sono all’ordine del giorno. Quello che posso dirvi è di ascoltarci e seguirci sui nostri canali social per non perdervi nulla!

Speaker radiofonico si nasce o ci si diventa? Quanto contano il talento naturale e quanto, invece, lo studio, la preparazione, la pratica?

Per quello che riguarda la mia esperienza posso dire che uno speaker radiofonico al giorno d’oggi deve essere una figura multifunzionale pronta a tutto, senza pregiudizi. Una buona conoscenza del sistema radio e la versatilità sono due fattori imprescindibili.

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