Francesco Bianconi, ex frontman e guida spirituale dei Baustelle, segna il debutto del 2022 con la firma di un nuovo album, all’insegna del vintage. Capelli lunghi e bocca spalancata, in un’espressione immortalata da una polaroid sfocata, la copertina di Accade, fresco di stampa, ha il sapore di una foto di famiglia.
Ed è infatti nell’intimità rétro, preannunciata del ritratto di Bianconi, che si cela l’operazione musicale del cantautore, all’insegna della reinterpretazione di brani altrui, e di brani suoi prestati ad altri. Nella sua seconda prova da solista (la prima è dell’album Forever, uscito nel 2020, e nel 2021 in versione “technicolor”, ndr), la tracklist, composta da dieci, curatissimi brani, è un’ode delicata e accorata a grandi successi evergreen, nonché un gioioso divertissement.
A partire dal primo singolo estratto, Playa, che inaugura l’album e segna un inaspettato quanto riuscito duetto con Baby-k, autrice e madrina del brano.
L’omaggio di Bianconi non si esaurisce nell’interpretazione pedissequa di brani odierni che strizzano l’occhio alla modernità, ma anzi scava, con la consueta grazia e ricercatezza che da sempre accompagnano l’artista, in vere perle della musica italiana: a partire da Michel, di Claudio Lolli, insieme all’orgoglio maremmano Lucio Corsi, a cui il cantante sembra lasciare il testimone e l’eredità di uno stile diventato eponicamente lo “stile Bianconi”.
Colpisce, per la sua commovente interpretazione, Domani è un altro giorno di Ornella Vanoni, che riacquista nuova freschezza per quella sua atmosfera quasi casalinga col solo accompagnamento del pianoforte. Non mancano poi ringraziamenti musicali a Luigi Tenco, di cui Bianconi reinterpreta Quello che conta, Francesco Guccini (con Ti ricordi quei giorni), Federico Fiumani (L’odore delle rose).
Ma colpisce ancora più profondamente la reinterpretazione dei brani che lo stesso Bianconi ha scritto e donato ad altre cantanti, e che, nell’attuale versione, sembrano acquistare nuova linfa vitale e diventano quasi irriconoscibili. Ne è un esempio La cometa di Halley, brano che oggi compie dodici anni e che nel 2010 venne presentato a Sanremo da Irene Grandi; così come Bruci la città, ancora più vintage (risale infatti al 2007), che aveva segnato il sodalizio autorale con la cantante toscana. Bellissima e intensa anche l’interpretazione di Io sono, scritto per Paola Turci nel 2009, e che sotto la nuova direzione sonora del suo autore Bianconi ritrova la sua originaria e concreta profondità.
Il nuovo album del cantautore conferma le sue innate e miracolose doti di trasformare l’antico in nuovo e il nuovo in maturo, con grande eleganza e sobria elevatezza; ma segna anche un nuovo, intenso, anno di concerti, collaborazioni, migrazioni. Si parla infatti di una prossima tournée primaverile, e di un altro album (probabilmente a primavera inoltrata), di cui Accade è sicuramente un felicissimo preludio. Ma soprattutto di un’apertura di Bianconi verso la Francia, che sembra, per le qualità musicali e autorali del cantautore, una meta quasi obbligata e che, gli auguriamo, fruttuosa.
Accade, il nuovo album da solista di Francesco Bianconi
Francesco Bianconi, ex frontman e guida spirituale dei Baustelle, segna il debutto del 2022 con la firma di un nuovo album, all’insegna del vintage. Capelli lunghi e bocca spalancata, in un’espressione immortalata da una polaroid sfocata, la copertina di Accade, fresco di stampa, ha il sapore di una foto di famiglia.
Ed è infatti nell’intimità rétro, preannunciata del ritratto di Bianconi, che si cela l’operazione musicale del cantautore, all’insegna della reinterpretazione di brani altrui, e di brani suoi prestati ad altri. Nella sua seconda prova da solista (la prima è dell’album Forever, uscito nel 2020, e nel 2021 in versione “technicolor”, ndr), la tracklist, composta da dieci, curatissimi brani, è un’ode delicata e accorata a grandi successi evergreen, nonché un gioioso divertissement.
A partire dal primo singolo estratto, Playa, che inaugura l’album e segna un inaspettato quanto riuscito duetto con Baby-k, autrice e madrina del brano.
Tra omaggi e “auto-interpretazioni”
L’omaggio di Bianconi non si esaurisce nell’interpretazione pedissequa di brani odierni che strizzano l’occhio alla modernità, ma anzi scava, con la consueta grazia e ricercatezza che da sempre accompagnano l’artista, in vere perle della musica italiana: a partire da Michel, di Claudio Lolli, insieme all’orgoglio maremmano Lucio Corsi, a cui il cantante sembra lasciare il testimone e l’eredità di uno stile diventato eponicamente lo “stile Bianconi”.
Colpisce, per la sua commovente interpretazione, Domani è un altro giorno di Ornella Vanoni, che riacquista nuova freschezza per quella sua atmosfera quasi casalinga col solo accompagnamento del pianoforte. Non mancano poi ringraziamenti musicali a Luigi Tenco, di cui Bianconi reinterpreta Quello che conta, Francesco Guccini (con Ti ricordi quei giorni), Federico Fiumani (L’odore delle rose).
Ma colpisce ancora più profondamente la reinterpretazione dei brani che lo stesso Bianconi ha scritto e donato ad altre cantanti, e che, nell’attuale versione, sembrano acquistare nuova linfa vitale e diventano quasi irriconoscibili. Ne è un esempio La cometa di Halley, brano che oggi compie dodici anni e che nel 2010 venne presentato a Sanremo da Irene Grandi; così come Bruci la città, ancora più vintage (risale infatti al 2007), che aveva segnato il sodalizio autorale con la cantante toscana. Bellissima e intensa anche l’interpretazione di Io sono, scritto per Paola Turci nel 2009, e che sotto la nuova direzione sonora del suo autore Bianconi ritrova la sua originaria e concreta profondità.
L’esportazione dello stile Bianconi
Il nuovo album del cantautore conferma le sue innate e miracolose doti di trasformare l’antico in nuovo e il nuovo in maturo, con grande eleganza e sobria elevatezza; ma segna anche un nuovo, intenso, anno di concerti, collaborazioni, migrazioni. Si parla infatti di una prossima tournée primaverile, e di un altro album (probabilmente a primavera inoltrata), di cui Accade è sicuramente un felicissimo preludio. Ma soprattutto di un’apertura di Bianconi verso la Francia, che sembra, per le qualità musicali e autorali del cantautore, una meta quasi obbligata e che, gli auguriamo, fruttuosa.