Lo rende noto il ministro iracheno delle Antichità e del Turismo Adel Shirshab.
A quanto pare l’avanzata dei terroristi islamici sembra non volersi arrestare davanti a nulla: dopo le minacce su Twitter, dopo aver hackerato vari siti statunitensi e il sito italiano dell’Acea, azienda piemontese che si occupa dello smaltimento di rifiuti, l’Isis continua a minacciare i patrimoni artistico-culturali del medio oriente.
I commenti a riguardo giungono tempestivamente da ogni angolo del mondo: in primis il segretario generale dell’Onu , Ban Kimoon, invita la comunità internazionale ad intervenire con urgenza per contrastare ‘tali atroci atti terroristici’; in un secondo momento, sempre il segretario, ribadisce che “la deliberata distruzione del patrimonio culturale comune costituisce un crimine di guerra e che i responsabili devono essere chiamati a risponderne”.
Anche dall’Europa, che non può sentirsi meno intaccata rispetto agli altri continenti, giungono delle considerazioni: sulla prima pagina del sito web di Le Figaro si legge la petizione dello scrittore francese Jacques Julliard che lancia un appello a favore dei cristiani d’Oriente, “siamo stati tutti ebrei tedeschi, […] siamo stati tutti Charlie, ora dobbiamo essere tutti cristiani d’Oriente. Una tale situazione costituisce una negazione dell’umanità. Chiediamo al governo francese di intervenire per ottenere una riunione speciale del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e mettere fine al genocidio culturale avviato.”
Seguendo i princìpi della Jihad, la guerra santa portata avanti dal radicalismo islamico, i terroristi continuano a rivendicare le proprie idee compiendo atti estremi che spaventano il mondo intero, senza distinzioni di etnie, lingue e religioni.
Mirko Olivieri
10 marzo 2015