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Elezioni in Germania: con Die Linke ha vinto l’educazione civica e la responsabilità dei tedeschi

Ieri si sono svolte le elezioni più attese e più importanti per l’Europa e per gli equilibri internazionali. Si è votato in Germania, la prima industria manifatturiera europea, il paese polmone d’Europa, il centro degli orientamenti sul futuro della politica europea.

Tutti gli occhi delle cancellerie europee erano puntati su Berlino per comprendere quello che sarebbe successo per poi di riflesso capire, in base all’esito degli exit pool, cosa sarebbe accaduto a livello sovranazionale con chi fosse stato possibile interloquire come nuova manifestazione di volontà politica.

I risultati

Ha vinto, come previsto dalle intenzioni di voto, la CDU-CSU di Friedrich Merz con il 28,6% dei voti, leggermente inferiore rispetto ai sondaggi che davano il centro cattolico al 30% ma che comunque non cambia l’esito delle elezioni con Merz ormai prossimo a diventare cancelliere, ma altrettanto ha vinto la AfD che si conferma anche alle elezioni nazionali seconda forza politica con il 20,4% dei voti, ricordando all’opinione pubblica tedesca ed europea che i neo nazisti ci sono e in tre anni hanno raddoppiato i propri voti dopo questa tornata elettorale.

Ha vinto e merita di essere chiamata così, la sinistra di Die Linke che è l’unico partito dell’area della sinistra tedesca ad aumentare i propri consensi, ottenendo l’8,5% dei voti a discapito proprio degli altri partiti dell’area progressista che invece, voti alla mano possono considerarsi i veri sconfitti di queste elezioni. Analogamente a quanto sta accadendo in Italia, i progressisti socialdemocratici della SPD crollano, come previsto, al 16,3% dei voti seguiti dai verdi al 12,3% e dai liberali della FdP che rischiano addirittura di rimanere fuori dal Bundestag che si attesterebbero al 4.7% dei voti.

L’elettorato tedesco è il grande vincitore di queste elezioni

Ma chi ha dimostrato di essere il vero vincitore di queste elezioni, dando una lezione di educazione civica e di democrazia agli altri paesi europei, è stato soprattutto l’elettorato tedesco che si è presentato alle urne con un’affluenza dell’84% degli aventi diritto, un risultato storico che riporta alla mente le prime elezioni federali con la Germania riunificata del 1990, dove anche in quell’occasione si raggiunse un’affluenza dell’84% degli aventi diritto. D’altronde queste elezioni federali sono state percepite dagli elettori tedeschi come un vero e proprio “spartiacque” nella storia della Repubblica federale tedesca poiché essendo vero che il principale motivo che ha spinto la maggioranza degli elettori ad andare al voto è stato quello di arginare l’onda nera dei consensi della AfD; tuttavia è stato altrettanto vero che una significativa porzione di elettorato, soprattutto nei Lander orientali, è andata invece a votare AfD per sostenere il partito di estrema destra che ha promesso di riportare ordine e disciplina all’interno del paese teutonico.

Queste elezioni federali sono state uno “scontro” tra due visioni opposte della Germania e dell’Unione europea e per il momento a prevalere è stato lo schieramento europeista, atlantista e moderato dei partiti tradizionali, CDU-CSU, SPD e Verdi, che dovrebbe provvedere a formare il nuovo governo federale tedesco.

Con chi mi alleo?

Detto della vittoria di Merz e del centro cattolico che si sono affermati come primo partito di maggioranza relativa, ora c’è da capire con chi si alleerà il centro cattolico, due prospettive sono possibili, o una große Koalition tra la CDU-CSU e l’SPD o tra la CDU-CSU e Verdi che tuttavia non permetterebbe di avere la maggioranza assoluta; oppure potrebbe costituirsi una maggioranza “Kenya”, ovvero CDU-CSU, SPD e Verdi che in questo otterrebbe si la maggioranza assoluta ma sarebbe più fragile vista la presenza di una coalizione tripartitica.

per Merz e la CDU-CSU, il nodo principale ora resta la formazione della coalizione di governo con la coalizione “Kenya”, con Spd e Verdi, che sembra rappresentare l’opzione più probabile rispetto a una große Koalition bipartitica, seppur all’interno dell’Unione cattolica permangano una buona dose di resistenze a questa formula, in particolare modo da parte della Csu che diffida dal collaborare con i Verdi di Robert Habeck che invece, vista l’affermazione della sinistra Die Linke che gli ha sottratto una buona dose di voti, ed essendo alla ricerca di un riposizionamento politico si sono detti pronti a collaborare per la formazione di un esecutivo a guida Merz.

Le parole di Merz

Merz ha affermato di voler formare il nuovo governo il più rapidamente possibile e “al più tardi entro Pasqua”. Intanto, la leader dell’AfD, Alice Weidel, pur definendo “storico” il successo del suo partito a livello nazionale ha ribadito la “mano tesa” per una collaborazione con Merz, pur ammettendo di essere quasi certa che “non verrà accettata dal futuro cancelliere vista la retorica dei partiti tradizionali che non accettano l’AfD come forza partitica di rilievo nazionale”.

Vedremo le prossime mosse nello scacchiere politico e quali alleanze si verranno a formare ciò che è certo e che l’elettorato tedesco è stato il grande vincitore di queste elezioni dando una grande lezione di Democrazia e di partecipazione attiva nella gestione della Res Publica che dovremmo apprendere anche noi elettori italiani ed europei che troppo spesso diamo per scontato dei diritti civili per i quali sono morti i nostri nonni e i nostri padri.

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