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Le elezioni federali in Germania: il Direttore Galetti della KAS ci racconta il voto del prossimo 23 febbraio.

La rappresentanza in Italia della Konrad Adenauer Stiftung (KAS), attiva dal 1977, ispirata ai valori della
CDU, ha come sua missione principale quella di promuovere il dialogo tra Germania e l’Italia in un contesto europeo e internazionale. L’Unione europea, il processo di integrazione e le relazioni bilaterali italo-tedesche rappresentano gli ambiti centrali del lavoro della fondazione e ne orientano l’attività istituzionale.

“Colleghiamo la politica, la scienza e i think tank e promuoviamo una cooperazione più stretta” questo è uno dei motti della rappresentanza in Italia della KAS e, pertanto, viste le prossime elezioni del 23 febbraio, che mai come in questa tornata elettorale sono caratterizzate dall’incertezza e da una imprevedibilità nelle intenzioni del voto, chiediamo al Direttore della KAS in Italia, il Dott. Nino Galetti, di aiutarci a comprendere meglio queste elezioni federali e a “prevedere” come i partiti potrebbero orientarsi nel gioco delle alleanze politiche determinando nuovi scenari politici.

Partendo dalla considerazione che in queste elezioni “il 30-35% della popolazione tedesca ad una settimana dal voto del 23 febbraio è ancora indecisa su quale partito e quale candidato cancelliere votare” il direttore Galetti ha più volte sottolineato durante la nostra “chiacchierata politica” “che la vera protagonista di queste elezioni sarà l’incertezza e che servirà, all’indomani del voto, un governo “forte e pragmatico” sui temi nazionali, per far uscire la Germania dall’attuale crisi politica ed economica in cui attualmente versa, nonché sui dossier europei e internazionali come gli eurobonds per la difesa europea, la guerra in Ucraina e il green deal europeo, che sia in grado di rispondere in termini di Realpolitik all’elettore tedesco.”

Quale scenario politico possiamo aspettarci in previsione del 23 febbraio? È possibile immaginare una coalizione di governo CDU-CSU-AfD oppure alla fine prevarrà il senso di responsabilità
istituzionale e il “cordone sanitario” eretto intorno al partito di estrema destra?

Partendo dalla considerazione iniziale che in queste elezioni l’elemento centrale è l’incertezza, visto che il
30-35% dell’elettorato tedesco non è ancora sicuro su chi votare alle prossime elezioni del 23 febbraio, gli
ultimi sondaggi politici mostrano una situazione chiara con la CDU-CSU stabile in testa con un 30 % dei
consensi, l’AfD con un 19-20 % dei consensi, SPD e Verdi entrambi al 15-16 % dei consensi. Si può certamente escludere un’alleanza di governo tra la CDU-CSU e l’AfD, in quanto in questa sua prima vita
politica Alternative fur Deutschland è chiaramente un partito euro-scettico, di estrema destra in cui è
presente una quota importante di neonazisti, incompatibile con i valori politici e sociali della CDU-CSU e
degli altri partiti tedeschi. Pertanto, prevarrà il senso di responsabilità istituzionale della CDU-CSU e degli
altri partiti nel non concludere accordi di governo con il partito di Alice Weidel.

Tuttavia, è altrettanto necessario che i partiti tedeschi istituzionali, CDU-CSU, SPD, liberali e Verdi, riescano a formare un governo forte e stabile in grado nel corso della prossima legislatura di essere pragmatico e di dare risposte concrete all’elettorato tedesco sui temi sensibili quali l’economia e la migrazione altrimenti potrebbe esserci il serio pericolo che alle prossime elezioni federali l’AfD possa accrescere ulteriormente i propri consensi.

Su quali temi e politiche sarà possibile secondo lei trovare una convergenza di governo tra la CDU-CSU e la SPD? E in tal caso, si costituirà una Große Koalition?

Tenendo debitamente conto degli attuali sondaggi politici, certamente è possibile che si formi una große
Koalition tra la CDU-CSU e l’SPD oppure tra la CDU-CSU e Verdi. Questi tre partiti, oltre ad avere una
responsabilità politica e istituzionale, sanno governare insieme come ha dimostrato la storia e come hanno dimostrato le elezioni regionali nei Lander dove CDU-CSU, SPD e Verdi, a geometrie variabili, governano con successo.

A livello di governo federale sarà altrettanto interessante comprendere quali e quanti partiti riusciranno a superare la soglia del 5% per entrare nel Bundestag, poiché ai fini del gioco delle strategie, avere quattro partiti in Parlamento è notevolmente diverso se invece ne siederanno sei o sette. Sui temi, per la CDU-CSU due sono le priorità di governo sulle quali poter trovare una convergenza politica, la migrazione, con un maggior controllo dei flussi migratori verso la Repubblica federale, e l’economia, con un maggior controllo sull’indebitamento pubblico e sulla ripresa economica-industriale. Se su questi temi la CDU-CSU troverà convergenza politica allora sarà certamente possibile pensare a una große Koalition in grado di rispondere pragmaticamente alle esigenze dell’elettorato.

È prevedibile immaginare un “disimpegno” del futuro governo federale a guida CDU-CSU sui grandi temi della Commissione europea quali gli interventi sul green deal e sulla difesa comune europea?

Friedrich Merz è un convinto europeista è stato euro-deputato dal 1989 al 1994, parla il francese ed è
cresciuto in un contesto franco-tedesco, pertanto, è ben consapevole della situazione storica in cui si trova l’Unione europea. Fatta questa premessa, tenderei ad escludere un disimpegno della Germania e del futuro governo federale tedesco, che sia una große Koalition CDU-CSU con l’SPD o CDU-CSU con i Verdi, sui grandi temi europei.

Certo è che, vista l’importanza e le ripercussioni nazionali di alcuni dossier europei sulla politica interna
tedesca, dal progetto di difesa comune fino al green deal, per la CDU-CSU e per il suo candidato cancelliere Merz sarà fondamentale affrontare questi temi con senso di concretezza e con Realpolitik, misurandone impatti ed effetti sulla politica interna e non unicamente con l’idealismo che invece ha contraddistinto l’attività del precedente governo federale.

Così come accaduto per l’emergenza sanitaria provocata dal COVID-19, dove nel momento della necessità l’Unione e i paesi europei sono stati in grado di rispondere “concretamente e unitariamente” alla minaccia, anche per il progetto di difesa europea, essendoci ora una nuova concreta “emergenza” gli eurobonds o altre forme di cooperazione potrebbero rappresentare una forma di risposta comunitaria, tuttavia, per Merz gli interessi europei devono essere complementari con gli interessi tedeschi in una logica win-win.

Quale stagione politico-sociale dovremo aspettarci successivamente all’esito delle elezioni del 23 febbraio in Germania? Queste elezioni consolideranno i partiti estremisti di destra e sinistra?

Ancora in queste elezioni federali, l’impatto dei partiti estremisti di destra e di sinistra a livello politico-
sociale dovrebbe essere contenuto e quindi non dovremmo aspettarci una frattura così evidente tra la società civile e la classe politica, tuttavia, se con le prossime elezioni del 23 febbraio la Germania non sarà in grado di esprimere un governo stabile e forte in grado di dare risposte concrete all’elettorato, allora si che il pericolo di una frattura sociale e di un rafforzamento dei partiti estremisti sarà più concreto e difficilmente eludibile alle prossime tornate elettorali.

Il prossimo governo, che dovrebbe essere a guida Merz, non sarà contrario di principio a battaglie come la tutela dell’ambiente e la cultura woke, però sarà consapevole che bisognerà affrontare con la giusta
flessibilità e con dovuti correttivi questi temi, altrimenti il serio pericolo è che la maggioranza della società, che invece chiede che vengano affrontati altri problemi strutturali come la crisi economica e migratoria, finisca per polarizzarsi su posizioni estremiste di estrema destra o sinistra fratturando così ancor di più la dimensione sociale tedesca.

Venendo al rapporto Italia-Germania, come potrebbero cambiare i rapporti bilaterali tra il governo italiano di centro-destra di Giorgia Meloni e la CDU-CSU di Merz qualora diventasse partito di governo?

Se Merz dovesse diventare nuovo cancelliere il rapporto bilaterale Italia-Germania migliorerà innanzitutto
perché rispetto, al precedente governo federale tedesco dei tre semafori non ci saranno più tre diverse voci sui grandi temi europei e sui singoli rapporti bilaterali, ma un’unica voce che rappresenterà la posizione politica tedesca; in secondo luogo il rapporto bilaterale Italia-Germania migliorerà perché, a differenza di Scholz che deficitava di Leadership e di comunicatività, Merz sa comunicare meglio con i propri interlocutori impostando i rapporti e la comunicazione non sull’ideologia, cosa che accadeva con Scholz che considerava l’attuale partito di Fratelli d’Italia un partito di ispirazione neo-fascista, ma sul pragmatismo e sulla concretezza nel trovare la via migliore per raggiungere un’intesa politica italo-tedesca sui dossier di rilevanza europea e internazionale indipendentemente dall’ideologia del partito di Giorgia Meloni.

Inoltre, il rapporto bilaterale tra il governo federale di Merz, qualora venissero confermati i sondaggi, e il
governo di Giorgia Meloni poggerebbe su affinità comuni ai due leader, entrambi ad esempio sono convinti atlantisti e vedono gli Stati Uniti come un alleato, sono entrambi mossi da un pragmatismo nella loro azione politica, infine, hanno una leadership che permette loro di saper trattare e dialogare sui temi e sui dossier anche con personaggi come Trump.

Come ultima domanda le chiedo, chi, secondo lei, potrebbero essere i grandi vincitori e i grandi sconfitti di queste elezioni federali?

I grandi vincitori di queste elezioni, se venissero confermate le proiezioni dei sondaggi, dovrebbero essere la CDU-CSU mentre i grandi sconfitti potrebbero essere i partiti che hanno formato il precedente governo a tre semafori, ovvero la SPD i Liberali della Fdp e i Verdi, con particolare attenzione ai liberali della Fdp,
poiché il partito guidato da Cristian Lindner, qualora non dovesse raggiungere il quorum del 5% ed entrare al Bundestag, potrebbe assistere alla fuoriuscita dello stesso Lindner e finire anzitempo la sua vita politica nata solo pochi anni fa nel 2013. Anche la BSW di Sarah Wagenknecht e la Die Linke potrebbero veder conclusa la loro vita politica se non dovessero rientrare nel Bundestag.

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