Site icon 2duerighe

Il paradosso del diesel: l’Europa – Ucraina compresa – beve petrolio russo mascherato

Un triangolo energetico sempre più complesso lega Mosca, Nuova Delhi e l’Unione Europea. Al centro c’è il petrolio russo, che, nonostante le sanzioni occidentali, continua ad alimentare le economie europee passando – sotto mentite spoglie – per vie traverse, soprattutto tramite India e Cina.

La notizia principale è che dal 1° ottobre l’Ucraina imporrà restrizioni alle importazioni di gasolio proveniente dall’India. Si tratta però di una decisione che non nasce da motivi puramente commerciali, ma da esigenze di sicurezza. Kiev infatti sospetta che parte del carburante raffinato in India contenga componenti di origine russa, e per questo da ora fino alla scadenza delle forniture ogni lotto sarà sottoposto a test di laboratorio.

Il paradosso è evidente. Dopo gli attacchi russi che hanno colpito la raffineria di Kremenchug, una delle ultime presenti sul territorio ucraino, Kiev è stata costretta a rivolgersi proprio all’India per far fronte al proprio fabbisogno di carburante, arrivando a importare 119.000 tonnellate di gasolio solo ad agosto, pari al 18% del totale. Perfino il Ministero della Difesa ucraino avrebbe utilizzato il carburante indiano, perché compatibile con gli standard tecnici post-sovietici.

Un ulteriore paradosso però risiede nel fatto che, se Kiev cerca di sganciarsi dall’India, e di conseguenza dalla Russia, gli Stati Uniti scelgono invece, per la medesima fattispecie, la via della punizione. Donald Trump infatti ha imposto dazi addizionali del 25% sull’India, accusandola di finanziare indirettamente la macchina bellica russa attraverso gli acquisti di petrolio.

Il ragionamento è semplice: Mosca vende greggio a prezzi scontatissimi a Nuova Delhi, che lo raffina e lo rivende sui mercati internazionali, aggirando così le barriere sanzionatorie imposte dall’Unione Europea sul mercato interno. Il risultato è che le casse del Cremlino continuano a riempirsi mentre l’Occidente si ritrova paradossalmente a consumare derivati del petrolio russo sotto altra etichetta, pagandoli peraltro di più.

Anche l’Italia sarebbe vittima di questo autogol, infatti, secondo uno studio di Transport & Environment, nel 2022 i consumi italiani di petrolio russo sono addirittura aumentati del 65%, portando la quota al 19% del fabbisogno nazionale.

Per quanto riguarda il resto dell’Europa, le cifre citate dall’ex Alto rappresentante Josep Borrell sono impressionanti: le importazioni indiane di petrolio russo sono passate da 1,7 milioni di barili al mese nel gennaio 2022 a oltre 63 milioni nell’aprile 2023. Parallelamente, l’export indiano verso l’Europa di gasolio e jet fuel è salito da 1,1 a 7,4 milioni di barili al mese. Dunque oggi l’UE importa dall’India il 30% del proprio fabbisogno di diesel, con Francia, Belgio e Paesi Bassi in testa agli acquisti.

Il quadro complessivo oggi è reso ancora più instabile dalla reazione dei grandi attori globali. Pechino ha già minacciato “contromisure decisive” se la Nato o l’UE dovessero imporre dazi simili a quelli americani sul greggio in arrivo da Oriente, mentre il governo indiano ha ribadito che non interromperà i rapporti con Mosca.

Il risultato è una fitta ragnatela di interessi contrapposti, con l’Ucraina che cerca carburante “pulito” per non alimentare indirettamente il nemico, gli Stati Uniti che usano la leva dei dazi per tentare di isolare Mosca, e l’Europa che, pur sanzionando la Russia, continua a importarne i derivati attraverso canali indiretti.

La guerra in Ucraina ha dunque scompaginato il mercato energetico globale, ma non è riuscita a spezzare il legame economico tra la Russia e il resto del mondo. I droni e i missili colpiscono le raffinerie ucraine, mentre i barili russi prendono la via dei mari, si fermano a Bombay o Shanghai, e da lì tornano in Europa con un prezzo maggiorato.

Il grande paradosso è che, mentre l’Occidente discute di sanzioni e dazi, Mosca riesce comunque a far arrivare il suo petrolio nei motori e nelle caldaie europee, mettendo sotto i riflettori una voragine nella strategia energetica del Vecchio Continente.

Exit mobile version