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Attacco a Jenin da parte dell’Idf durante la visita diplomatica

Durante una visita di una delegazione di 32 ambasciatori e consoli di Paesi europei e arabi presso il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, è avvenuta una sparatoria a colpi di arma da fuoco da parte dell’esercito israeliano. Le minacce ai diplomatici sono subito state dichiarate come “inaccettabili” e i vari leader dei Paesi in visita hanno espresso le loro perplessità: ”Israele deve indagare” e ”dare una spiegazione”. E’ unanime il coro di condanne dopo gli spari, ”colpi di avvertimento” come ha detto l’Idf esprimendo rammarico per l’accaduto, rivolgendosi alla delegazione che, secondo Israele, si stava avvicinando a un posto di blocco dell’esercito e ”si era allontanata dal percorso previsto arrivando in una zona in cui non era autorizzata ad andare”. Tra loro è presente anche il viceconsole italiano a Gerusalemme, Alessandro Tutino.

“Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile”, ha ribadito l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, che ha ”chiesto a Israele di indagare su quanto accaduto e di individuare i responsabili”, chiamandoli a rispondere. Kallas ha quindi ricordato che Israele è ”firmatario della Convenzione di Vienna che regola la protezione dei diplomatici”. Nella delegazione di diplomatici a Jenin c’erano rappresentanti di diversi Paesi dell’Unione Europea e arabi, ma non solo. Secondo la lista del ministero degli Esteri palestinese erano rappresentati una trentina di Paesi e organizzazioni internazionali: Portogallo, Giordania, Cina, Austria, Bulgaria, Turchia, Spagna, Lituania, Polonia, Russia, Giappone, Romania, Messico, Canada, Egitto, Cile, Francia, Regno Unito, Corea, Wfp, Uruguay, Olanda, Finlandia, Italia, Germania, Unrwa, Ue, Danimarca, Belgio e Italia.

L’Idf si è detta pronta a indagare sull’accaduto, ha affermato che ”non ci sono stati né danni né feriti” e che ”saranno immediatamente contattati i rappresentanti dei Paesi coinvolti. Nei prossimi giorni l’Idf condurrà colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell’indagine”. Ma per il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) la delegazione diplomatica ”stava svolgendo una missione ufficiale per osservare e valutare la situazione umanitaria e documentare le violazioni dell’esercito israeliano contro il popolo palestinese. Questo atto deliberato e illecito costituisce una palese e grave violazione del diritto internazionale”. Condanne sono arrivate anche dai Paesi arabi. L’Egitto, rappresentato nella delegazione a Jenin dal suo ambasciatore presso i Territori palestinesi, ha ”condannato con fermezza” l’attacco israeliano definendolo ”una violazione di tutte le norme diplomatiche” e chiedendo a Israele di ”fornire i chiarimenti necessari”.

Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante una conferenza stampa, ha dichiarato di essere pronto a un “cessate il fuoco temporaneo” per liberare gli ostaggi. Le autorità di Gaza, guidate da Hamas, affermano che gli attacchi israeliani durante la notte e in mattinata hanno ucciso almeno 52 persone, tra cui diverse donne e un neonato di una settimana, come riporta il Times of Israel.

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