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Le prossime elezioni di Singapore potrebbero ridisegnare lo scenario politico

Il Partito d’Azione Popolare, partito al governo a Singapore, è noto per non aver mai perso un’elezione, vincendo sempre da quando la città Stato è diventata indipendente nel 1965. Il PAP vince perché molto abile nel giocarsi le sue carte fino a pochi minuti prima del giorno delle elezioni. Non utilizza tattiche ovvie e palesemente autoritarie, ma preferisce avvalersi di mezzi più sottili. Ma le cose potrebbero cambiare con la prossima tornata elettorale.

Il PAP ha avuto fino ad oggi gioco facile per una serie di motivi. Un esempio si trova nella creazione di un sistema elettorale a suo uso e costume, in particolare per via dell’introduzione di collegi elettorali rappresentativi plurinominali, che hanno sostituito nel 1988 i distretti uninominali. Teoricamente destinato a garantire la rappresentanza delle minoranze etniche malesi e indiane in Parlamento, il sistema del “tutto al vincitore” alla fine ha sempre premiato l’imperante PAP. Questo sistema chiede anche ai partiti di reclutare e gestire più rappresentanti ad ogni elezione, e questo necessita un’infrastruttura di partito più ampia e un maggiore investimento di denaro.

Per la maggior parte della storia moderna di Singapore, i partiti di opposizione hanno raramente avuto le risorse necessarie per contendersi tutti i seggi, mentre il PAP si. E se negli ultimi anni il governo non ha più imbavagliato l’opposizione attraverso la minaccia di arresto di leader e detrattori, ha comunque trovato il modo per farlo. Quando gli esponenti dell’opposizione hanno avuto da ridire sulle azioni del governo, i membri del PAP hanno fatto loro causa per diffamazione nei tribunali compiacenti di Singapore, spesso con multe così alte che hanno mandato in rovina i più critici e creando un effetto dissuasivo su tutti gli altri.

C’è poi il fatto che, in tutti questi anni di potere, il PAP è diventato sinonimo di buon governo, rafforzando la sua credibilità elettorale e la sua popolarità. Singapore ha sperimentato per decenni una notevole crescita economica, che ha portato ad un aumento del tenore di vita e alla nascita di tante aziende locali diventate potenti a livello regionale. La città Stato ha anche sviluppato una reputazione di onestà, molto rara nel sud-est asiatico, esercitando anche un’influenza strategica inimmaginabile date le sue piccole dimensioni. La combinazione di tutti gli sforzi fatti per attuare una astuta strategia elettorale che ha sempre portato lo scenario politico a suo favore, ha fatto sì che i cittadini di Singapore conferissero realmente al PAP la legittimità elettorale e popolare.

Il Partito ha vinto tutti i seggi parlamentari nelle elezioni del 1968, 1972, 1976 e 1982. E dal 1986 al 2006 non ci sono mai stati più di quattro parlamentari dell’opposizione in quelle legislature. Tuttavia, mentre Singapore si prepara per le elezioni che si terranno il prossimo novembre, il PAP si trova di fronte ad uno scenario politico molto più competitivo che renderà questa sfida elettorale una vera e propria gara. Già nelle elezioni del 2020, la quota di voto popolare è scesa la 61%, una delle percentuali più basse degli ultimi decenni, con i candidati dell’opposizione che si sono aggiudicati in Parlamento la cifra record di 10 seggi su 93. In un tacito riconoscimento dell’indebolimento del PAP, il governo ha designato ufficialmente il leader del Partito dei Lavoratori, Pritam Singh, leader dell’opposizione, una vera novità per il Parlamento di Singapore.

Dal 2020, l’opposizione si è ulteriormente rafforzata grazie ad una serie di scandali che hanno gettato un’ombra sulla leadership del PAP e sulla sua reputazione di onestà. Il primo è stato l’arresto, lo scorso anno, dell’allora Ministro dei Trasporti S Iswaran per gravi accuse di corruzione. Il primo grande scandalo a colpire il PAP. Le accuse sono state un vero shock perché l’allora ministro prendeva soldi da un potente magnate malese, facendo riaffiorare una paura profondamente radicata tra gli abitanti di Singapore che temono da sempre che il potente vicino potesse in qualche modo influenzare o controllare la loro politica. S Iswaran si è poi dichiarato colpevole. Nel frattempo, anche altri membri del PAP hanno affrontato i tribunali per accuse etiche.

Nello stesso periodo dell’arresto di S Iswaran, anche il Ministro della Giustizia e degli Interni K Shanmugam e il Ministro degli Esteri Vivian Balakrishnan hanno dovuto affrontare un controllo pubblico per delle transazioni immobiliari poco chiare, anche se poi alla fine sono stati scagionati da ogni accusa di illecito. E più o meno in contemporanea, è venuta alla luce la relazione del Presidente del Parlamento, Tan Chuan-Jin, con un parlamentare del PAP, cosa che ha portato entrambi a dimettersi. In mezzo a questi scandali politici, i discendenti del padre fondatore di Singapore Lee Kuan Yew, tra cui l’ex Primo Ministro Lee Hsien Loong, sono stati coinvolti in una faida familiare diventata di dominio pubblico.

Apparentemente, la lite è incentrata sul destino della casa di Lee Kuan Yew. Tuttavia, l’argomento è diventato sempre più politico, per via del ruolo che sta giocando il PAP a Singapore e se debba allentare la presa sulla vita politica della città Stato, permettendogli di diventare un’arena veramente libera e onesta. Lee Hsien Yang, figlio più giovane di Lee Kuan Yew, ha accusato il governo di perseguitarlo per le sue opinioni e ha affermato che gli è stato concesso l’asilo politico nel Regno Unito in virtù dei timori riguardo la sua sicurezza se tornasse in patria. Yang ha recentemente dichiarato al New York Times che oggi ci sono “problemi sostanziali nel modo in cui Singapore viene governata e gestita”. Il governo in mano al PAP respinge ogni accusa. Altre questioni che hanno danneggiato il PAP includono l’aumento del costo della vita.

L’indice del costo della vita mondiale, stilata dall’Economist Intelligence Unit, classifica regolarmente Singapore come la città più cara del mondo, suscitando grande frustrazione tra gli elettori. L’edilizia abitativa in particolare è sempre più fuori portata, con i prezzi degli immobili che sono aumentati di oltre il 30% negli ultimi anni, insieme ad un’impennata simile dei prezzi degli appartamenti forniti dal governo che costituiscono la maggior parte delle abitazioni. Questo forte aumento ha reso la proprietà immobiliare, per lungo tempo un elemento chiave del sogno di Singapore, irrealistica per molti abitanti della città Stato, operai e giovani. Il governo sta cercando di costruire più case popolari, ma il ritmo delle nuove costruzioni non è stato sufficiente e tenere il passo calmierando l’aumento del costo degli immobili.

I cambiamenti demografici sono un’altra sfida al dominio del PAP. Gli elettori più giovani spesso non hanno la stessa stima per quel Partito tanto apprezzato dai loro genitori e nonni. Non hanno nessun ricordo di Lee Kuan Yew, fondatore di una Singapore stabile e prospera, isola felice in una regione tumultuosa e spesso dilaniata dalla guerra. Al contrario, molti giovani hanno trascorso molto tempo all’estero o si sono relazionati con il mondo esterno attraverso i social media, e questo ha dato loro l’impulso ad invocare attraverso le nuove testate nate negli ultimi anni o i media online, un sistema politico più democratico. Nel frattempo, anche l’opposizione, guidata dal Partito dei Lavoratori, sta diventando sempre più organizzata sull’onda delle conquiste fatte nel 2020. Le elezioni del 2025 attireranno probabilmente molti nuovi giovani validi politici che entreranno in seria competizione con la tradizione in molti collegi elettorali plurinominali, mettendo così in dubbio le certezze del PAP e creando una vera possibilità di sottrargli seggi.

E se la società civile deve operare sotto vincoli significativi, la sua abilità nel lavorare intorno ad essi è diventata una vera arte. Man mano che si organizza affronta sempre più temi che stanno a cuore ai giovani, tra i quali la difesa pubblica del cambiamento climatico. Molti di questi gruppi cercano di evitare le luci della ribalta, rendendo difficile quantificare    l’impatto della loro influenza politica. Ma è stato sicuramente un vantaggio per l’opposizione politica, sia per il reclutamento di persone che lavoreranno alla campagna del Partito dei Lavoratori, sia per l’aver dato più respiro al dibattito politico. Nonostante tutte le sfide che si sono aperte, il PAP parteciperà ovviamente con grande slancio alle elezioni. È probabile che perda la maggioranza in Parlamento e, nonostante i suoi recenti problemi interni ha ancora diversi bravi politici tra i suoi ranghi.

Gli investitori continuano a credere in Singapore e molti soldi arrivano da fuori, facendo sì che il suo tasso di crescita rimanga di tutto rispetto. Il fatto che Singh, il leader carismatico del Partito dei Lavoratori, sia sotto processo per aver presumibilmente mentito in Parlamento potrebbe essere un aiuto non da poco. Tuttavia, anche se il PAP alle prossime elezioni ottenesse ancora la maggioranza e continuasse a controllare il governo, gli analisti stimano che i grandi passi avanti che farà l’opposizione rispetto ai risultati del 2020 cambieranno radicalmente lo scenario politico di Singapore. Per la prima volta nella storia della città Stato, il PAP dovrà consultarsi seriamente con l’opposizione su questioni chiave di politica interna ed estera, e non più rivolgere al Partito dei Lavoratori uno sguardo distratto mentre la legislatura va avanti.

Una delle battaglie del Partito dei Lavoratori si basa sulle diseguaglianze sociali e, se otterrà i risultati previsti, potrebbe costringere Singapore ad abbandonare le sue politiche assistenziali molto blande e farne uno Stato dalla moderna assistenza sociale. Il Partito vuole anche limitare il numero di lavoratori stranieri ammessi a Singapore, il che potrebbe danneggiare l’immagine della città Stato come destinazione privilegiata, non solo per i lavoratori ma anche per le aziende. Se ciò accadesse rimane un’incognita capire quanto e come questo potrebbe influenzare il suo bilancio e la capacità di attrarre investitori.

In effetti, le priorità in politica estera del Partito dei Lavoratori non sono chiare. In passato, Singh è sembrato incerto nell’esprimere preferenze nei confronti di Cina e Stati Uniti. Schierarsi con la Cina potrebbe non essere sorprendente per un Partito di sinistra, ma sarebbe un netto allontanamento dalla visione del PAP, che coordina la sua politica di difesa con quella del Pentagono e si pone come stretto partner degli Stati Uniti e dei suoi alleati, il tutto cercando di mantenere l’equilibrio nei suoi legami economici con Washington e Pechino. In altre occasioni però, nei suoi discorsi pubblici Singh ha sostanzialmente fatto eco alla posizione strategica del PAP, facendo sì che nessuno sappia veramente cosa lui e il suo Partito pensino riguardo Cina e Stati Uniti.

Un Parlamento più frammentato permetterebbe sicuramente a Singapore di crescere politicamente. Ma gli osservatori ritengono che potrebbe ulteriormente confondere sul come la piccola isola voglia porsi sia dal punto di vista economico che strategico, proprio quando deve affrontare una enorme pressione da entrambi i giganti regionali.

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