Il 2 e 3 ottobre Cagliari ha ospitato il Convegno nazionale dell’Unione giovani commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), appuntamento annuale che rappresenta un punto di riferimento per la categoria. L’edizione di quest’anno ha avuto come titolo, “Oltre la maschera”, è stato scelto per stimolare un confronto sulla percezione e sul ruolo dei commercialisti nella società e nell’economia contemporanea.
Il messaggio è stato chiarito dal presidente dell’Ungdcec, Francesco Cataldi: “L’obiettivo è andare “oltre la maschera” che troppo spesso ha schiacciato la figura del commercialista in uno stereotipo riduttivo: tecnico invisibile, ingabbiato dalle scadenze fiscali. La nostra professione è molto di più: è competenza strategica, identità plurale, specializzazioni che vanno riconosciute e valorizzate. La professione di oggi non è più quella del 2005, il mondo è cambiato e la categoria non può restare ferma”.
Il convegno si è svolto in un momento cruciale per la professione. Lo scorso 11 settembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega di riforma dell’ordinamento dei commercialisti, un passaggio definito da più parti “storico”.
La riforma introduce tre cambiamenti principali:
• nuove regole in materia di attività, compensi e incompatibilità;
• una revisione della governance ordinistica con il riassetto degli Ordini territoriali;
• la possibilità di avviare il tirocinio già durante il percorso di laurea magistrale.
Secondo gli organizzatori, la riforma rappresenta un passo importante verso una modernizzazione della professione, con l’obiettivo di renderla più competitiva e attrattiva per le nuove generazioni.
Uno dei temi più dibattuti è stato quello dell’accesso alla professione. I 18 mesi di tirocinio obbligatorio, requisito per sostenere l’esame di Stato, potranno essere svolti in concomitanza con il biennio della laurea magistrale, riducendo così i tempi di ingresso nel mercato del lavoro.
Sul fronte economico, la Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei dottori commercialisti (CNPADC) ha deliberato lo stanziamento di 5 milioni di euro per il 2026, destinati a sostenere i praticanti. Il contributo consiste in 500 euro mensili per ciascun tirocinante iscritto al Registro dei Praticanti “Sezione Tirocinanti Commercialisti”, a fronte di una borsa minima garantita di 1.000 euro al mese.
Le domande dovranno essere presentate dai Dominus tramite il portale online della Cassa (www.cnpadc.it), secondo una scansione trimestrale: dal 1° al 30 aprile per il primo trimestre, dal 1° al 31 luglio per il secondo, dal 1° al 30 ottobre per il terzo e dal 1° al 31 gennaio 2027 per il quarto.
L’attenzione ai giovani risponde a un’urgenza evidenziata dai numeri. Nel 2024 il totale degli iscritti all’Albo è sceso da 120.424 a 119.952. Ancora più marcata la contrazione tra i praticanti, che a fine 2024 erano 11.039, con un calo del 5,7% rispetto all’anno precedente. Un trend che segnala la necessità di misure in grado di rendere la professione più attrattiva.
Dai lavori del convegno è emersa con chiarezza la necessità di aggiornare l’immagine del commercialista. Non soltanto addetto a registrazioni contabili e scadenze fiscali, ma consulente strategico in grado di affiancare le imprese nelle decisioni, costruire relazioni e proporre soluzioni innovative. Una trasformazione che passa da nuove competenze, formazione continua e capacità di rispondere ai mutamenti dell’economia nazionale e internazionale.
Il titolo “Oltre la maschera” sintetizza l’intento di un’intera categoria che cerca di ridefinire la propria identità. Il convegno di Cagliari ha ribadito la volontà di andare oltre gli stereotipi, valorizzando il ruolo del commercialista come attore fondamentale nel tessuto economico del Paese. Allo stesso tempo, ha posto l’accento sulla necessità di investire sui giovani, offrendo percorsi formativi più rapidi e tutele economiche più solide.
Con la riforma ormai avviata, la sfida sarà tradurre le novità legislative in opportunità concrete, capaci di rilanciare la professione e di garantire un futuro competitivo a una categoria che resta, a tutti gli effetti, una colonna portante dell’economia italiana.