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Gold Card. Il nuovo “pass per ricchi” di Trump

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione della “gold card”, un nuovo permesso di soggiorno destinato agli immigrati facoltosi. Questo visto speciale, acquistabile per 5 milioni di dollari, offre una via alternativa per ottenere la residenza permanente e, successivamente, la cittadinanza statunitense. L’obiettivo dichiarato è attrarre individui di alto profilo che possano contribuire significativamente all’economia del paese attraverso investimenti, pagamento di tasse e creazione di posti di lavoro. “I ricchi verranno nel nostro paese acquistando questa carta. Spenderanno molti soldi, pagheranno molte tasse e daranno lavoro a molte persone. Non abbiamo mai avuto un programma del genere e pensiamo che sarà un successo“, ha dichiarato Trump.

La “gold card” è progettata per sostituire l’attuale programma EB-5, che prevede l’ottenimento della green card per gli investitori stranieri che finanziano imprese negli Stati Uniti, creando almeno dieci posti di lavoro a tempo indeterminato, con investimenti compresi tra 500.000 e 1 milione di dollari, a seconda della localizzazione dell’azienda. Secondo il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il programma EB-5 era suscettibile a frodi e rappresentava un percorso a basso costo verso la residenza. La nuova “gold card” mira a eliminare queste problematiche, richiedendo un investimento diretto al governo degli Stati Uniti, che potrebbe essere utilizzato per ridurre il deficit nazionale.

L’iniziativa di Trump si inserisce in un contesto di politiche migratorie più restrittive. Recentemente, l’amministrazione ha intensificato le operazioni contro l’immigrazione irregolare, autorizzando interventi anche in luoghi precedentemente considerati sicuri, come chiese, ospedali e scuole. Il mese scorso inoltre il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo che dichiara lo stato d’emergenza al confine con il Messico e autorizza la mobilitazione di personale militare per la lotta all’immigrazione irregolare. Trump ha anche tentato di eliminare lo ius soli, il diritto costituzionale alla cittadinanza per nascita, ma la mossa è stata successivamente bloccata dai tribunali.

Programmi simili a quelli della “gold card” non sono una novità a livello internazionale. Durante la crisi del debito del 2012, paesi come Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia hanno offerto permessi di soggiorno in cambio di investimenti in immobili o imprese locali, con l’obiettivo di attrarre capitali esteri e mitigare i deficit di bilancio. Tali iniziative hanno portato benefici economici, ma hanno anche sollevato preoccupazioni riguardo a possibili rischi come il riciclaggio di denaro e la gentrificazione. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione Europea ha esortato gli stati membri a eliminare questi programmi, temendo il trasferimento di fondi illeciti e l’evasione delle sanzioni.

Attualmente solo Spagna, Malta, Grecia, Ungheria e Italia continuano ad avere visti per investitori (il governo spagnolo ha però già annunciato di voler chiudere il programma). Il nostro paese, in particolare, offre tutt’ora un “Investor visa” biennale e rinnovabile per ulteriori tre anni, che può rilasciato ai cittadini non-Ue a fronte di un investimento di 2 milioni di euro in titoli di stato italiani, di 500mila euro in una società di capitali, di 250mila euro in una startup oppure di una donazione da un milione a un ente filantropico.

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