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Istat: l’inflazione accelera a gennaio: +0,3% mensile e +0,8 annuo

Un aumento dell’inflazione in Italia nel mese di gennaio. Le prime statistiche Istat hanno evidenziato come, al lordo dei tabacchi, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) subirà un incremento dello 0,3% mensile e dello 0,8% su base annua, generando, così, una crescita dello 0,6% rispetto al mese precedente.

La core inflation, invece, al netto degli energetici e dei prodotti alimentari, ha registrato una diminuzione, passando da un +3,1% a un +2,8%, mentre quella solamente al netto degli energetici presenta una decelerazione inferiore, dal +3,4% al +3,1%. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari ad un +0,3% per l’indice generale e un +0,9% per la componente di fondo. 

Prezzi: beni alimentari, cura della casa e della persona 

L’Istat presenta stime preliminari secondo cui i prezzi dei beni alimentari subiranno una lieve impennata, da un +5,3% ad un 5,4%: “Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve anche al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sull’accelerazione del cosiddetto “carrello della spesa”. 

Nel caso di beni ad alta frequenza di acquisto, invece, vi è stato un rallentamento comportando una discesa dal +4,4% di dicembre ad un +3,6%. 

Un commento dell’Istat, un’accelerazione su base generale 

“L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce a gennaio dell’1,1% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e aumenta dello 0,9% su base annua (in aumento dal +0,5% di dicembre)”.

Un’accelerazione su base tendenziale dell’inflazione, dovuta all’aumento dei prezzi di differenti servizi, come quelli relativi ai trasporti, da un +3,7% a un +4,3%, dei Beni alimentari non lavorati, da un +7,0% iniziale a un +7,5%, ma vi è stata anche l’influenza della diminuzione della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati che è passata da un-41,6% a un -21,4%.

Allo stesso tempo si è presentata un’attenuazione dell’aumento dei prezzi all’interno di ulteriori settori; una discesa dell’aumento dei prezzi rispetto ai Servizi relativi all’abitazione giungendo ad un +2,9%, mentre nel caso dei Beni durevoli fino ad un +0,8%.

Emerge come la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni rallenti la sua discesa da un -1,5% a un -0,8%, mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva ad un +2,9%, sancendo ulteriormente una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto soprattutto alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati, dei Beni alimentari lavorati, dei Servizi relativi all’abitazione, dei Beni energetici non regolamentati e degli Altri beni. Tutti questi aumenti in parte sono riusciti ad essere compensati da alcune diminuzioni, come quella dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dei Beni energetici regolamentati (-0,1%).

Secondo le stime Istat vi è stato un peggioramento nelle stime rispetto a gennaio 2023.

Crescita dell’inflazione scampata nell’Eurozona: l’Eurostat stima un calo 

La prima impronta di stima presentata dall’Eurostat ha evidenziato una situazione inversa all’interno dell’Eurozona: un calo dal +2,9% al +2,8% per l’inflazione. Uno scenario dove perfino le componenti alimentari, di alcol e tabacco sono in calo, da un +6,1% ad un +5,7%. Per quanto concerne i servizi, questi sono rimasti stabili ad un +4%, mentre sia i beni industriali non energetici, che quelli energetici hanno registrato un ulteriore calo, rispettivamente giungendo ad un +2% e un -6,3%. 

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