Il Decreto legge Capitali è un provvedimento normativo che mira a promuovere la competitività del sistema della Borsa Italiana attraverso diverse misure volte a favorire l’accesso al mercato finanziario e ad attrarre investimenti. Il provvedimento, dopo il varo dei Consigli di Ministri dell’11 aprile, ha concluso la fase delle consultazioni in Senato.
Questa norma, che ha lo scopo di agevolare la crescita delle imprese e di favorire l’innovazione economica, presenta diversi aspetti di rilievo per la valorizzazione del sistema borsistico italiano. Il Ddl ha la funzione di rafforzare Piazza Affari dopo un processo che ha visto il delisting di molte importanti realtà aziendali dal listino del nostro Paese in favore di altre realtà borsistiche europee, in particolare l’Olanda.
Implementazione del voto plurimo:
Uno dei punti centrali del Decreto legge Capitali è l’implementazione del voto plurimo. Cos’è esattamente il voto plurimo? Il voto plurimo è un meccanismo che permette ai titolari di azioni di avere un numero di voti superiore rispetto alla quantità delle azioni possedute nelle società per azioni (SPA). Questo strumento consente di attribuire un peso maggiore ai voti di alcuni azionisti, generalmente i fondatori o i detentori di azioni privilegiate, consentendo loro di mantenere un controllo decisionale più forte anche quando possiedono una minoranza di azioni.
Il voto plurimo può essere implementato in diversi modi. Uno dei modelli più comuni è quello che assegna un numero di voti maggiori per determinate categorie di azioni, come ad esempio le azioni di classe A o azioni privilegiate. Queste azioni speciali vengono emesse con una clausola che prevede un diritto di voto più elevato rispetto alle azioni ordinarie. Ad esempio, potrebbe essere stabilito che ogni azione di classe A conferisce dieci voti, mentre le azioni ordinarie conferiscono un solo voto. In questo modo, gli azionisti che detengono le azioni di classe A hanno un peso decisionale maggiore rispetto agli altri azionisti.
Un altro meccanismo è quello del voto multiplo, che permette agli azionisti di attribuire un valore diverso a ciascuna delle loro azioni. Ad esempio, un azionista potrebbe decidere di conferire due voti a una sua azione e un solo voto a un’altra azione. Questo dà la possibilità agli azionisti di differenziare il loro peso decisionale in base alle proprie preferenze o strategie.
L’implementazione del voto plurimo può avere diverse finalità. Una delle principali è quella di proteggere il controllo decisionale di fondatori o famiglie che hanno un forte legame con l’impresa e che desiderano mantenere una visione strategica a lungo termine. Inoltre, può essere utilizzato come strumento per attirare investitori esterni, offrendo loro una partecipazione economica senza compromettere il controllo decisionale dell’impresa.
In conclusione, il voto plurimo e multiplo è un meccanismo che permette di differenziare il peso dei voti degli azionisti nelle SPA. Questo strumento, riformando i meccanismi di voto societario e puntando ad un’armonizzazione comunitaria, può favorire la stabilità e la continuità dell’impresa, tutelando il controllo decisionale di determinati azionisti.
Dematerializzazione quotazione SRL:
il Decreto Legge Capitali ha introdotto un importante cambiamento nel panorama delle società a responsabilità limitata (SRL) in Italia: la dematerializzazione delle quote sociali. Questa misura rappresenta una significativa evoluzione nell’ambito della gestione e della trasferibilità delle quote nelle SRL, aprendo la strada a una maggiore flessibilità e modernizzazione del sistema.
La dematerializzazione delle quote SRL consiste nel trasferimento delle quote cartacee tradizionali in forme digitali, attraverso l’utilizzo di strumenti elettronici e informatici. In pratica, le quote sociali, che prima venivano rappresentate da titoli cartacei, vengono ora convertite in forme immateriali, memorizzate in apposite piattaforme o registri digitali.
Ciò comporta numerosi vantaggi per le SRL e per i loro soci. In primo luogo, la dematerializzazione semplifica e velocizza le operazioni di trasferimento delle quote. I soci possono effettuare compravendite di quote in modo più rapido ed efficiente, eliminando la necessità di compilare documenti cartacei e semplificando la procedura di registrazione dei trasferimenti presso il Registro delle Imprese.
In secondo luogo, la dematerializzazione delle quote consente una maggiore tracciabilità e trasparenza delle transazioni. Grazie alla registrazione digitale delle operazioni, diventa più semplice tenere traccia dei trasferimenti di quote e ottenere un quadro chiaro della struttura proprietaria della società.
Inoltre, la dematerializzazione contribuisce a ridurre i costi e gli oneri burocratici associati alla gestione delle quote sociali. Eliminando la necessità di stampare e conservare documenti cartacei, si riducono i rischi di smarrimento o danneggiamento delle quote. Inoltre, si semplificano le operazioni di verifica e consultazione dei dati relativi ai soci e alle quote.
L’introduzione della dematerializzazione delle quote SRL attraverso il Decreto Legge Capitali rappresenta un importante passo verso la modernizzazione e l’adattamento del sistema delle SRL alle sfide dell’era digitale. Questa misura offre maggiore flessibilità, efficienza e trasparenza nella gestione delle quote sociali, semplificando le operazioni di trasferimento e riducendo gli oneri amministrativi.
“Il meccanismo di dematerializzazione delle quote di società a responsabilità limitata contenuta nel Ddl Capitali rappresenta un importante tassello per la crescita dell’ecosistema finanziario italiano. Con la nuova norma le Srl potranno, su base volontaria, trasferire online in modo istantaneo quote societarie tra venditore e acquirente, limitando i costi” ha spiegato il Presidente di Assoholding . “Il provvedimento avrà, tra le diverse possibilità, – spiega De Vito- quella di ampliare la portata del crowdfunding, anche alla luce delle innovazioni regolatorie apportate su scala europea, grazie alla raccolta di capitali con l’emissione delle quote dematerializzate e allo stesso tempo consentirà di offrire nuovi stimoli di crescita a startup e PMI aumentando la liquidità apportata al comparto innovativo “
La questione del controllo e della proprietà dell’impresa:
Un aspetto cruciale che emerge dal Decreto legge Capitali riguarda la questione del controllo e della proprietà dell’impresa. In particolare, questa norma mira a favorire il consolidamento delle imprese italiane e a rendere più agevole l’accesso delle imprese italiane a capitali privati e pubblici. Ciò significa che, attraverso strumenti come il voto plurimo, si cerca di garantire la stabilità e la continuità dell’impresa, preservando il ruolo e l’influenza dei suoi fondatori o di coloro che hanno una visione strategica a lungo termine. Allo stesso tempo, il Decreto legge Capitali punta ad attrarre investitori esterni, che possono contribuire con risorse finanziarie e competenze specifiche, sostenendo così la crescita e l’innovazione delle imprese italiane.
Il rapporto tra controllo e proprietà nelle imprese rappresenta un aspetto fondamentale della governance aziendale e dell’organizzazione economica. Esso riguarda la distribuzione del potere decisionale e delle responsabilità all’interno di un’impresa, nonché la relazione tra i proprietari dell’impresa stessa e coloro che la gestiscono.
In generale, il controllo si riferisce alla capacità di influenzare e prendere decisioni chiave nell’ambito dell’impresa, mentre la proprietà indica la titolarità delle azioni o delle quote della società. Tuttavia, è importante sottolineare che controllo e proprietà non sempre coincidono. Infatti, è possibile che il controllo decisionale di un’impresa sia detenuto da soggetti diversi rispetto ai proprietari formali.
Nelle imprese di piccole dimensioni o a conduzione familiare, spesso il controllo e la proprietà sono concentrati nelle mani dei fondatori o deii membri della famiglia imprenditoriale. In questi casi, la proprietà e il controllo sono strettamente correlati, e le decisioni sono prese in base agli interessi e alle strategie dei proprietari.
Tuttavia, nelle imprese di dimensioni maggiori o quotate in Borsa, il rapporto tra controllo e proprietà può diventare più complesso. Ad esempio, nel caso delle società per azioni (SPA), i proprietari dell’impresa sono gli azionisti, ma il controllo decisionale può essere diluito tra un gran numero di azionisti o può essere esercitato da soggetti diversi dai proprietari.
In alcuni casi, il controllo decisionale può essere detenuto da soggetti esterni all’impresa, come investitori istituzionali o fondi di private equity, che acquisiscono una quota significativa di azioni ma senza necessariamente possedere la maggioranza delle azioni. Questo fenomeno è noto come “separazione del controllo dalla proprietà”. In tali situazioni, può emergere una tensione tra gli interessi dei proprietari e il potere decisionale effettivo.
La separazione del controllo dalla proprietà può portare a questioni di governance e all’esigenza di bilanciare gli interessi degli azionisti con quelli dei gestori e degli altri stakeholder. È importante che siano stabilite adeguate strutture di governance aziendale, come consigli di amministrazione indipendenti e comitati di controllo, per garantire una gestione equilibrata e responsabile dell’impresa.
Inoltre, la normativa e le prassi di corporate governance cercano spesso di tutelare gli interessi degli azionisti di minoranza e di garantire una maggiore trasparenza nelle decisioni aziendali. Ad esempio, possono essere adottate misure per proteggere gli azionisti da possibili abusi di potere da parte dei controllanti e per garantire una rappresentanza adeguata degli azionisti di minoranza nelle decisioni chiave.
In sintesi, il rapporto tra controllo e proprietà nelle imprese è un aspetto complesso che richiede un equilibrio tra gli interessi dei proprietari, gli investitori e gli altri stakeholder. Una buona governance aziendale, basata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla protezione degli interessi di tutti gli azionisti, è essenziale per garantire una gestione efficace e sostenibile delle imprese.
In conclusione, il Decreto legge Capitali rappresenta un importante provvedimento normativo che mira a sostenere la competitività del sistema della Borsa Italiana. L’implementazione del voto plurimo, l’apertura della quotazione in Borsa alle SRL e l’attenzione alla questione del controllo e della proprietà dell’impresa sono i principali punti che emergono da questa norma. L’obiettivo è quello di favorire la crescita e l’innovazione delle imprese italiane, consentendo loro di accedere a nuove risorse finanziarie e di consolidare la propria posizione sul mercato.