Lutto nel mondo della scienza e dell’ambientalismo: a 91 anni ci lascia Jane Goodall. La donna era conosciuta per il suo forte impegno animalista, il suo instancabile attivismo e le sue ricerche nel mondo degli scimpanzé. I suoi studi hanno aperto le porte su una nuovo modo di vedere e percepire gli animali nel loro habitat e nel rapporto con gli esseri umani.
Gli inizi: una formazione scientifica insolita
Jane Goodall nasce il 3 aprile 1934 in Inghilterra. Da piccola custodiva gelosamente un peluche di scimpanzé chiamato Jubilee, che accompagnerà la sua infanzia e sarà una premonizione per il suo futuro studio su quel genere di animali. La sua passione per gli animali emerge quindi molto presto.
Negli anni la donna non persegue una carriera scientifica, ma lascia la scuola a 18 anni per dedicarsi al lavoro di segretaria e assistente nel mondo delle produzioni cinematografiche. Questo finché un giorno non le si presenta un’occasione unica: andare in Africa. Quest’opportunità era un sogno per lei che sognava il continente sin da bambina, incantata dai libri d’avventura, come Tarzan e Il libro della giungla. Con l’occasione di visitare un’amica, nel 1957 Jane Goodall arriva in Kenya via nave e, una volta nella capitale, ottiene un colloquio con paleontologo Louis Leakey, all’epoca direttore del museo di storia naturale.
La sua prospettiva non accademica, e quindi fuori dall’ordinario, insieme alla passione per gli animali, conquistarono Leakey che offrì a Goodall la possibilità di una ricerca sugli scimpanzé selvatici in Tanzania. Inizia da qui il lavoro di Jane Goodall che rivoluzionerà il modo di vedere gli animali e il loro rapporto tra specie e con gli esseri umani.
Studi, metodi innovativi e carriera
Nel luglio del 1960, Jane Goodall arriva a Gombe in Tanzania, precisamente nel Parco Nazionale del Gombe Stream. È qui che inizia la sua ricerca sugli scimpanzé nel loro habitat naturale. Durante i suoi studi, la donna usa metodi alternativi e poco conosciuti nel campo: associa ad ogni scimpanzé un nome, invece che un numero, come era solito fare. In questo modo, Goodall intuisce che ciò potrebbe aiutare ad scovare le diverse personalità individuali dei singoli animali.
Il suo studio è poco invasivo: osserva molto, ma interagisce il minimo. Non vuole interferire con la vita abituale degli scimpanzé. Scrive e annota tutto ciò che vede e sente e si nutre di tanta pazienza, senza forzare gli animali.

Jane Goodall interagisce con piccolo scimpanzé Flint, primo ad essere nato a Gombe dopo arrivo della studiosa (Gombe, Tanzania).
Foto: Hugo Van Lawick/National Geographic Creative
All’inizio delle sue ricerche, Goodall ha dovuto usare molto del suo spirito di adattamento. Le condizioni a Gombe erano molto primitive, vivendo in una tenda con poco equipaggiamento e molto isolamento. La dedizione verso la missione e la ricerca furono la chiave per il suo successo nel campo, che la resero una pioniera in materia.
Jane Goodall mentre gioca con il piccolo Flint che sporge dal tetto della tenda (Gombe, Tanzania).
Foto: Hugo Van Lawick/National Geographic Creative
Dalle sue ricerche, emergeranno importanti scoperte nel mondo dell’etologia – che studia il comportamento animale – e nella primatologia – un ramo dell’antropologia che si concentra nei primati. A Goodall si riconoscono la scoperta riguardo alla fabbricazione di strumenti da parte di scimpanzé: si scoprì che la loro specie costruiva utensili fatti di rami e foglie per la sopravvivenza. Un altro importante risultato delle ricerche fu la scoperta di comportamenti sociali complessi tra scimpanzé, come gerarchie, affetto madre-figlio e conflitti. Con il passare del tempo, la ricerca nel campo si è estesa anche allo studio della conservazione della specie, la protezione dell’habitat ed il coinvolgimento delle comunità locali.
Impatto della ricerca e riconoscimenti nel campo
Jane Goodall ha avuto un grande ruolo nella ricerca nel campo dell’etologia e primatologia. La sua ricerca di Gombe è la più longeva al mondo nella ricerca del mondo degli scimpanzé selvatici, seguendo gli animali dalla nascita fino alla loro vecchiaia.
Foto: Jean-Marc Bouju / AP
Grazie al suo impegno nel campo dell’etologia e della primatologia, nel 1965 Goodall ha ricevuto un dottorato in etologia all’università di Cambridge. Il suo fu un caso molto raro, non avendo la studiosa nessun titolo universitario precedente. Gli studi di Goodall hanno avuto un grande impatto nel mondo della ricerca anche grazie alla fondazione di Jane Goodall Institute e di Roots & Shoots (“Radici e Germogli”). Il primo nasce nel 1977 per sostenere la ricerca, l’educazione e la conservazione del campo, mentre la seconda si fonda più tardi, 1991, per promuovere azioni concrete nei temi dell’ambiente, animali e comunità.
Foto: AFP/SUMY SADURNI
Nel 2003, Goodall è diventata Dame Commander of the Order of the British Empire, un‘onorificenza conferita dal re o dalla regina a persone che hanno contribuito in modo eccezionale nella scienza, arte, cultura o servizio pubblico. È anche diventata UN Messenger of Peace, titolo che le Nazioni Unite le hanno conferito per aver contribuito a promuovere il rispetto della vita e la sensibilizzazione a livello globale su ambiente e animali. Infine Goodall ha ricevuto il Templeton Prize – un premio dal valore economico addirittura superiore al Nobel – per premiare il suo contributo eccezionale che ha cambiato non solo la biologia, ma anche la percezione degli animali e del rapporto uomo-animale.