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Boruca: una tribù sospesa nel tempo

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C’è un angolo d’America Latina, tra le acque del Mar dei Caraibi e quelle dell’Oceano Pacifico, dove il tempo scorre al ritmo della natura, tra foreste imponenti e vulcani maestosi. Questo Paese e la Costa Rica, un paese dove la biodiversità si intreccia con culture antichissime, sopravvissute all’erosione della modernità. Nella provincia di Puntarenas, nascosta tra le montagne e i fiumi, resiste una delle ultime comunità indigene del paese: la tribù dei Boruca. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, la globalizzazione sembra non esser mai arrivata, lasciando intatto un patrimonio culturale unico al mondo.

La storia della tribù

A circa 20 chilometri dal confine con Panama, nel cuore del Pacifico meridionale costaricano, vive un’antica popolazione indigena conosciuta come i Boruca (o Brunka, nella loro lingua originaria). La loro storia è lunga e complessa, profondamente intrecciata con le vicende dell’America Centrale e del Costa Rica in particolare. Le origini della tribù risalgono a ben prima dell’arrivo degli spagnoli in America Centrale, quando la regione era abitata da diverse tribù indigene. I Boruca erano una di queste, e vivevano in una zona che comprendeva le attuali province di Puntarenas e Limón. Con l’invasione coloniale, furono sottoposti a schiavitù, a conversioni forzate al cristianesimo e all’esproprio sistematico delle loro terre. Tuttavia, a differenza di molte altre popolazioni indigene, i Boruca riuscirono a mantenere viva la loro identità culturale, resistendo con determinazione all’assimilazione.

Anche dopo la fine della dominazione spagnola, le difficoltà non mancarono: l’economia agricola non era sufficiente a garantire la sopravvivenza della comunità, che sprofondò progressivamente nella povertà. Ma è proprio in questo contesto che, negli anni ’70, nacque un movimento di rinascita culturale, Un gruppo di donne guidato da Margarita Morales decise di recuperare e tramandare gli antichi mestieri, le tecniche artigianali e le tradizioni spirituali del popolo Boruca. Questa iniziativa rappresentò un punto di svolta. Da allora, la comunità ha continuato a lottare per la difesa dei propri diritti e per la valorizzazione della propria eredità culturale. Oggi i Boruca sono una delle poche comunità indigene ancora attive in Costa Rica e lavorano instancabilmente per preservare la loro cultura, la loro arte e le antiche cerimonie.

Tradizioni, arte e spiritualità

Nonostante le tracce lasciate dalla dominazione spagnola, l’identità dei Boruca ha resistito nei secoli. Al di là dello spagnolo, oggi lingua ufficiale della tribù, il cuore della cultura boruca continua a battere attraverso le sue leggende, l’orgoglio collettivo e soprattutto l’artigianato. Quest’ultimo è infatti uno dei pilastri dell’identità e dell’economia boruca. Oltre l’80% della popolazione vi si dedica attivamente, realizzando oggetti destinati principalmente al turismo culturale. Le produzioni più comuni includono tessuti, archi e frecce, tamburi, pugnali, gioielli, ma soprattutto le celebri maschere tradizionali, simbolo distintivo della comunità.

Queste maschere trovano massima espressione durante la festa del “Juego de los Diablitos” (“La danza dei diavoletti”), celebrata ogni anno tra fine dicembre e inizio gennaio, che rappresenta simbolicamente la resistenza indigena contro l’invasore spagnolo. Le maschere si dividono in tre categorie: quelle che raffigurano il diavolo, quelle che uniscono il diavolo a elementi naturali (il cosiddetto diavolo ecologico), e quelle che rappresentano scenari naturalistici. Le maschere del diavolo, in particolare, hanno una funzione spirituale: sono viste come strumenti di protezione dagli spiriti maligni e simboli di prosperità. Le versioni ecologiche, spesso raffiguranti animali, piante o paesaggi, sono molto apprezzate dai visitatori e rappresentano un ponte tra la cultura indigena e la sensibilità ambientale contemporanea.

L’appoggio della Costa Rica

Oggi i Boruca contano circa 2.500 membri, distribuiti principalmente nel villaggio omonimo e nei centri limitrofi. La comunità è ufficialmente riconosciuta dallo Stato costaricano e dispone di una propria organizzazione politica, rappresentata da un consiglio indigeno che gestisce le decisioni collettive, la tutela del territorio e i rapporti istituzionali. Il governo del Costa Rica, attraverso la Legge Indigena del 1977, ha riconosciuto il territorio boruca come proprietà collettiva inalienabile, un passo fondamentale per la salvaguardia dell’autonomia comunitaria. Negli ultimi anni, sono stati attivati anche strumenti di consultazione territoriale, affinché ogni progetto sul territorio indigeno venga discusso con le popolazioni interessate in modo libero e culturalmente rispettoso.

Sfida alla modernità

Quella dei Boruca non è solo una tribù: è uno degli ultimi baluardi di identità culturale autentica. In un mondo che corre veloce verso l’omologazione, questa piccola comunità ha scelto di preservare la propria identità, facendo della tradizione la propria bandiera. Le loro maschere, i racconti antichi, i riti e la vita comunitaria non sono oggetti del passato, ma testimonianze viventi di un modo diverso di abitare il mondo.

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