La parola del mese della rubrica “Dizionario dell’intraducibile” racconta una delle parole portoghesi più famose al mondo: la saudade. Sette lettere spiegano e danno un nome ad un’emozione molto profonda e complessa, su cui la tradizione portoghese ha fondato una vera e propria cultura.
Origini e significato di saudade
La parola saudade deriva dal latino solitas, che in italiano si traduce in solitudine. La parola latina si è poi evoluta nella lingua galego-portoghese medievale in soidade, per arrivare poi a come la conosciamo noi: saudade. Il significato della parola è difficile da spiegare, molti hanno provato ad associarlo a “malinconia”, “nostalgia” o “mancanza”, ma il termine portoghese descrive qualcosa di molto più profondo e complesso.
È una parola che va sentita, più che spiegata. È quella sensazione di ripescare tra le memorie momenti che portano una sensazione di nostalgia mischiata alla tenerezza. Quei ricordi, fatti di attimi o persone, che creano dentro di sé un vuoto su cui è quasi piacevole crogiolarsi. Una romanticizzazione della mancanza di qualcosa non ancora raggiunta o mai più raggiungibile. Questo ricordo lascia con sé una sensazione dolceamara: la saudade. La parole può descrivere la malinconia e la tenerezza verso una persona o un luogo caro, un amore perduto o la consapevolezza di un tempo che non tornerà.
Gli usi più frequenti di questa parola risalgono durante il XVI secolo, epoca di grandi scoperte marittime portoghesi. Sono i tempi in cui molti marinai lasciano le proprie famiglie per imbarcarsi a mare aperto, passando lunghi tempi senza vedersi senza certezza del ritorno. Le famiglie disperate provavano la saudade, in ricordo dei momenti teneri e romantici con il marinaio ora in viaggio che potrebbe non tornare mai. La stessa sensazione potrebbe essere vissuta dal marinaio in prima persona, in memoria dei momenti teneri con la propria famiglia che lascia alle spalle, con quel misto di nostalgia e dolcezza che descrive a pieno la saudade.
Uso della parola nella cultura popolare
La saudade è un sentimento molto complesso e fortemente sentito nella cultura portoghese.
La parola è usata sia nelle poesie, canzoni ma è anche parte della lingua parlata del giorno d’oggi. La potenza della saudade è presente nella cultura portoghese sin dal XIII nei testi di Cancioneiro da Ajuda e il Cancioneiro da Vaticana, tra le raccolte di poesie più antiche e importanti della cultura galego-portghese dell’epoca medievale.
Nella letteratura portoghese, la saudade assume un ruolo tanto importante da essere il tema centrale di un movimento chiamato saudosismo, che aspira a spiegare l’entità culturale e artistica del Portogallo tramite questo sentimento. La saudade assume un ruolo centrale anche nel fado: un genere musicale portoghese tipicamente molto malinconico. Tanti gli artisti del genere, come Amália Rodrigues, che ne fanno il tema principale delle loro opere, esplorando i temi della solitudine, dell’amore perduto e della speranza. Anche nella cultura brasiliana, la saudade ha un’importanza e un espressione nella musica, soprattutto in brani come “Sodade” di Cesária Évora e negli album dei The Good Son di Nick Cave e dei Bad Seeds.
La saudade è un concetto complesso e allo stesso tempo pieno di fascino. Questo sentimento esplora la mancanza e la nostalgia, ma non la rende triste quanto romantica. Trova le tenerezza del vuoto incolmabile e lo trasforma in una sensazione su cui è piacevole crogiolarsi. La lingua portoghese onora questo tipo di emozione tanto da celebrarla annulmente. Ogni 30 gennaio, in Portogallo si festeggia il “Dia da Saudade”, invitando a riflettere sulla complessità e il fascino di questo sentimento.