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Holi 2025: l’India si colora con la primavera

La festa indiana più rinomata al mondo, il Festival di Holi, è ufficialmente iniziata per celebrare, non solo l’arrivo della primavera, piuttosto la rinascita interiore dell’uomo. Una ricorrenza dove i colori sono i protagonisti dell’evento e, tra musica e canti, si commemora la vittoria del bene sul male.

Un festeggiamento in grande stile, inaugurato con un grande falò il 13 marzo 2025 a New Delhi, con il contributo del ministro capo di Delhi, Rekha Gupta, del presidente Vijendra Gupta e dei deputati del parlamento. Con due giornate di festa, vi è il racconto di miti intorno al fuoco, con storie che narrano il vero essere dell’Holi, ossia quella vittoria del bene sul male, per poi passare ad un estasiante divertimento, dove tutta la comunità si cimenta in giochi e danze, lanciando polveri e acque colorate come simbolo di spensieratezza e armonia.

Il Festival viene celebrato in ogni parte dell’India, dalle grandi città ai villaggi, ma il sentimento più forte emerge nelle zone del Nord, nel cosiddetto Triangolo d’Oro dell’India tra Rajasthan, Delhi, Jaipur e Agra. Diverse località con modi diversi di celebrare questa rinascita, dove vi è un Nord colmo di passione ed emozione, che si distanzia dalle zone meridionali, molto più legate ad una celebrazione religiosa nei templi, volta al tradizionalismo.

Tra bene e male

Holi viene celebrata nei giorni precedenti la luna piena del mese di Phalguna, ovvero tra febbraio e marzo, portando con sé un profondo significato religioso. Lo stesso nome della festa viene associato all’atto di bruciare qualcosa di malvagio, di lasciare alle spalle qualunque dolore e angoscia, per aprire il cuore alla primavera, alla vita in tutta la sua maestosità.

Il termine “Holi” deriva dal nome “Holika”, un antico demone femminile della tradizione induista conosciuto per il suo potere del fuoco. Si tratta di un mito antico, che narra la storia di Hiranyakashyap, un padre che per uccidere suo figlio Prahlad a causa di discordie, si allea con sua sorella Holika che avrebbe intrappolato il giovane in un rogo di fuoco. Una storia colma di crudeltà e violenza, sentimenti che però non hanno visto la luce, ma dove alla fine il bene ha trionfato su ogni perfidia, salvando Prahlad e condannando gli stessi Hiranyakashyap e Holika.

Una scelta ecosostenibile per l’Holi

Una delle feste più grandi dell’India, che è approdata perfino in altri paesi del mondo come l’Italia, il Bangladesh, le Mauritius e gli USA, portando con sé gioia e spensieratezza. Un rito per celebrare la fratellanza, per sentirsi parte di una comunità e ritrovare le proprie origini culturali. Colori e sentimenti vivaci che, però, hanno generato preoccupazioni soprattutto a livello ambientale.

La problematica principale riguarda l’uso dei colori, dei veri e propri composti chimici che vengono ritenuti alquanto nocivi sia per l’ambiente che per la pelle. Si tratta di prodotti che potrebbero ledere la salute delle persone, questione che ha sollevato una grande polemica rispetto alla faccenda ecologica e che ha perfino suggerito di modificare le modalità degli stessi festeggiamenti.

Un tema complesso, che vede un rito antico sfruttare alberi per i falò e una cospicua quantità d’acqua per l’uso delle polveri colorate e il lancio dei palloncini. Sono azioni condannate dallo stesso movimento panindiano che, con il sostegno delle Organizzazioni non governative, ha proposto progetti per festeggiare l’Holi attraverso riti e celebrazioni più ecologiche. Utilizzando meno acqua o legna si potrebbe ridurre lo spreco e fronteggiare la scarsità di questi beni, ma soprattutto bisognerebbe evitare di produrre i colori con materiali sintetici, dato che si tratta di elementi che hanno condotto ad un’ulteriore contaminazione del suolo. L’alternativa proposta è ricaduta su colori ecosostenibili, una valida opzione che, con l’impiego di coloranti naturali, come la polvere di henné, la curcuma o la barbabietola, ridurrebbe i danni ambientali, ricavando bellezza e utilità dalla natura stessa.

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