Secondo l’accusa, il clan aveva messo le mani anche sul florido mercato delle videolottery: ogni commerciante che finiva sotto il monopolio mafioso era costretto a versare 100 euro per ogni macchinetta esposta nel proprio esercizio. Ciascuna di esse, moltiplicata per quelle presenti nei numerosi locali della provincia barese oggetto del racket, fruttavano una rendita stimata in migliaia di euro mensili. Alle attività malavitose scoperte dagli agenti, va aggiunto anche il traffico di stupefacenti, aspetto già vagliato durante le indagini e confermato durante la fase di controllo dei movimenti del clan, con registrazioni – circa 250 – delle diverse attività di spaccio.
Oltre agli arresti e ad aver posto fine agli illeciti di stampo mafioso, i carabinieri hanno sequestrato beni per diversi milioni di euro: 23 immobili, 19 terreni, 80 conti correnti, 2 cassette di sicurezza, 15 veicoli e 4 società.
Davide Lazzini
21 aprile 2015