Ben 450 uomini dell’Arma sono stati impiegati in molte regioni d’Italia per sequestrare un migliaio tra reperti e monete antiche, provenienti da scavi clandestini in diverse aree archeologiche italiane come Campania, Puglia e Sicilia. Il materiale dovrà ora essere catalogato e vagliato dagli esperti per stabilirne provenienza e datazione.
I siti archeologici più visitati dai trafugatori erano quelli di Paestum e Pompei, alcuni in Puglia e Sicilia e quelli dell’area di Cerveteri. L’inchiesta ha portato alla luce un vero e proprio business gestito da un’organizzazione dedita all’attività di recupero clandestino e vendita illegale di reperti.
La banda, secondo quanto emergerebbe dal lavoro investigativo, oltre a coprire il mercato illegale dei beni culturali in Italia aveva contatti anche all’estero. Oltre ai reperti, i carabinieri avrebbero acquisito anche documentazione e materiale utile ai fini dell’indagine in corso.
Davide Lazzini
4 febbraio 2015