I sottoposti a fermo sarebbero appartenenti alle cosche Palamara, Scriva, Mollica e Morabito che, secondo quanto riferito dagli investigatori, avevano “ramificati interessi criminali e imprenditoriali nella zona nord della provincia di Roma e nella Capitale”.
La Direzione Distrettuale Antimafia ritiene che i soggetti finiti in manette siano responsabili di intestazione fittizia di beni, aggravata dal metodo mafioso, e di reati commessi per favorire l’associazione malavitosa per il controllo delle attività illecite sul territorio.
Mentre sono scattate le manette per i tre ‘ndranghetisti, gli agenti hanno proceduto con numerose perquisizioni in varie zone d’Italia e sequestri di attività commerciali, imprenditoriali e di immobili per un valore complessivo che supera i 100 milioni di euro.
Tra le diverse attività cui sono stati posti i sigilli figurerebbero: una gioielleria compro oro, un’azienda di allevamento bestiame, macellazione carni e produzione di latticini e un negozio di ottica. Numerosi, infine, i conti correnti bancari posti sotto sequestro.
Davide Lazzini
9 gennaio 2015