Uno scherzo, un avvertimento, un terrorista pentito o un collezionista deciso a sbarazzarsi di quell’ingombrante oggetto: tutte piste ancora aperte per spiegare la presenza dell’ordigno nel bel mezzo di parco Lambro. Secondo i primi rilevamenti delle forze dell’ordine si sarebbe trattato di un missile Nato di tipo aria-aria. Alcuni esperti di armamenti hanno invvece ritenuto che l’ordigno assomigliasse di più a un razzo, forse artigianale, costruito ispirandosi al ‘Qassam’, il tipo di razzo utilizzato soprattutto dai terroristi palestinesi.
In pochi minuti la zona è stata transennata, mentre la centrale inviava gli artificieri per capire di cosa si trattasse. Sul posto è intervenuto anche personale specializzato dell’esercito, inviato per capire cosa fosse esattamente e da dove venisse l’ordigno. Il razzo, secondo la prima ricognizione degli artificieri, non era un esemplare inerte né una riproduzione artigianale: era un razzo antigrandine che è stato fatto brillare quest’oggi dagli artificieri dell’Esercito provenienti dal 10° reggimento Genio Guastatori di Cremona, intervenuti su richiesta della Prefettura di Milano.
L’intervento di bonifica è stato completato in una cava nel comune di Sesto San Giovanni, dove l’aveva trasferito il team di specialisti dell’Esercito, giunto sul posto alle 7 sabato e dopo aver accertato che non si trattasse di un “missile, ma di un razzo antigrandine usato in agricoltura durante i temporali. L’esplosione, infatti, provoca un’onda d’urto verso l’alto atta a spaccare i chicchi di grandine”. Le indagini della polizia continuano per capire chi possa aver abbandonato il razzo appoggiandolo a un albero proprio sotto il ponte della tangenziale.
Davide Lazzini
25 ottobre 2014