Sempre la casa farmaceutica svizzera rende noto che ricorrerà in appello contro la decisione dell’Antitrust, al fine di “tutelare la salute dei pazienti e rispettare il rigore delle autorità sanitarie” come Ema e Aifa “nel processo di valutazione e approvazione dei medicinali”. Al tempo stesso – prosegue Novartis – “intendiamo difendere la nostra reputazione e quella di chi lavora con noi”.
Entrando nel dettaglio, la casa elvetica ricorda che le molecole interessate, ovvero ranibizumab e bevacizumab, sono elementi biotecnologici diversi. Lucentis (ranibizumab) – il farmaco più costoso e messo sotto accusa dall’antitrust – è stato sviluppato per trattare patologie oculari e per essere iniettato nell’occhio, mentre Avastin (bevacizumab) è stato studiato per la somministrazione mediante infusione endovenosa, e per il trattamento di patologie tumorali.
Sempre nella pagina acquistata da Novartis vengono elencati alcuni studi condotti su Lucentis e il suo profilo di sicurezza, insieme al costante monitoraggio degli effetti collaterali garantito attraverso una “piano di farmacovigilanza” sviluppato a tutela dei pazienti. In Italia Lucentis è rimborsato interamente in tutte le regioni e il prezzo, conclude Novartis, “è allineato a quello di altri Paesi europei”.
Davide Lazzini
25 marzo 2014