Nell’era delle storie da 15 secondi, cresce il fascino per il cinema che rallenta. Tra giovani cinefili, micro-sale e piattaforme di nicchia, il film d’autore torna a parlare forte e chiaro.
Quando il tempo si dilata: che cos’è il cinema lento?
Lo slow cinema è una corrente cinematografica che privilegia l’attesa, la contemplazione e il silenzio. Lunghi piani sequenza, dialoghi essenziali e narrazioni minime sono tratti distintivi di un linguaggio che sembra andare in direzione opposta rispetto al nostro tempo.
Nato con autori come Andrej Tarkovskij, Michelangelo Antonioni, Abbas Kiarostami, oggi il cinema lento trova nuove forme in registi contemporanei come Lav Diaz, Kelly Reichardt e Apichatpong Weerasethakul.
Il ritorno del film d’autore: cinema lento nell’epoca dello scroll

Perché oggi? Una questione culturale (e generazionale)
Sorprendentemente, è la generazione cresciuta con TikTok a riportare in auge il desiderio di esperienze immersive, lente e sensoriali. Secondo un’analisi di The Guardian, il lockdown ha favorito una riflessione collettiva sul tempo e sui media: l’isolamento ha acceso (o riacceso) la passione per il cinema come arte, non solo come intrattenimento.
La piattaforma Letterboxd, molto popolare tra i giovani cinefili, è passata da 1,8 a oltre 12 milioni di utenti in meno di quattro anni. Il dato dimostra un’esplosione di interesse verso film meno commerciali, spesso legati a festival e distribuzioni indipendenti.
Il ritorno del film d’autore: cinema lento nell’epoca dello scroll
Piccole sale, grandi esperienze
Mentre i multiplex faticano a riempire le poltrone, le micro-sale indipendenti registrano il tutto esaurito. A Sydney, il Pink Flamingo Cinema è diventato un punto di riferimento per la programmazione d’autore. In Italia, realtà come il Cinema Beltrade a Milano continuano a proporre film non convenzionali con successo di pubblico, soprattutto under 35.
Secondo l’AP News, molte sale indipendenti statunitensi stanno trovando nuova linfa proprio nei giovani spettatori, che cercano un’esperienza più autentica e condivisa, lontana dal consumo solitario dello streaming.
Festival, streaming e nuove tecnologie
Il film d’autore vive anche grazie a nuove forme di distribuzione, che alimentano questo trend in crescita.
Piattaforme come MUBI, Criterion Channel e Festival Scope offrono selezioni curate di titoli lenti e sperimentali.
I festival internazionali (Cannes, Berlinale, Venezia) mantengono forte attenzione su questo tipo di cinema, premiando opere come Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi o Perfect Days di Wim Wenders.
Un antidoto culturale alla velocità
In un mondo che ci spinge a consumare rapidamente informazioni, contenuti e persino emozioni, il cinema lento ci obbliga a fermarci. Chiede attenzione, ma in cambio offre profondità.
Non è solo una questione di estetica, ma di esperienza esistenziale: vedere un film lento è un atto di resistenza alla distrazione, un gesto di cura verso sé stessi e verso lo sguardo.
Il ritorno del cinema lento non è un ritorno nostalgico, ma un segnale culturale forte. È la prova che, anche nell’epoca dello scroll compulsivo, c’è ancora spazio, e bisogno, di uno sguardo che sappia attendere, ascoltare, assaporare.
Che sia in una sala indipendente o davanti a uno schermo curato, il cinema d’autore sta ritrovando la sua voce. E il suo pubblico.