Andrzej Wajda, vincitore del Leone d’oroalla carriera nel 1998, dell’Oscaralla carriera nel 2000, della Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1981 per “L’uomo di ferro”, nel quale Lech Walesa interpretava se stesso, è anche conosciuto per “Cenere e diamanti” (1958), uno dei primi capolavori sulla crisi e la ribellione dei giovani della sua terra logorati dalla guerra, che lo consacrò esponente principale della Nouvelle Vague polacca. Formatosi alla Scuola di cinema di Lodz, come altri suoi colleghi che rispondevano al nome di Roman Polanski e Krzysztof Kieslowski, la filmografia di Andrzej Wajda include anche “Kanal – I dannati di Varsavia” (1957), sull’insurrezione di Varsavia nel ’44, “Paesaggio dopo la battaglia” (1970), altra pellicola di guerra, “Il bosco di betulle” (1971), esempio di cinema interiore, “La terra della grande promessa” (1975), “L’uomo di marmo” (1977), metafora del potere politico, “Le signorine di Wilko” (1979), “Danton” (1982) con Gerard Depardieu, che tratta il periodo della Rivoluzione Francese, “Dottor Korczak” (1990), ambientato nel ghetto di Varsavia durante l’occupazione nazista, precursore dello Schindler’s List di Spielberg e infine“Katyn” (2007), sull’uccisione di 22.000 ufficiali e soldati polacchi nella foresta di Katyn, avvenuta nel 1940 su ordine di Stalin.
Selene Virdò
22 agosto 2013