Nicholas McCarthy torna alla barra di comando nel suo genere prediletto, l’horror. The Prodigy rappresenta il suo terzo lungometraggio low budget. Il regista americano conferma come questo genere possa garantire prodotti di lodevole o comunque interessante fattura, a fronte di spese contenute. Basti ricordare l’acclamato The Pact (2012), il quale fu realizzato con soli 400.000 dollari e ne incassò oltre 7 milioni solo oltreoceano. Un nome senza dubbio interessante quello di McCarthy che in quell’occasione costruì un film infoltendo un suo omonimo cortometraggio della durata di 11 minuti. Il filone narrativo di The Prodigy non è certamente originale; l’archetipo del bambino tenebroso e “sconvolto” da qualcosa di oscuro è ormai notoriamente sfruttato da decenni, al pari delle ormai dozzinali possessioni diaboliche. Il caposaldo di questo genere è senza dubbio L’Esorcista del 1973 di William Friedkin, il quale ha sempre ispirato la cinematografia del regista statunitense, nella fattispecie con i personaggi femminili, sempre descritti come protagonisti assoluti e colmi di un’aura di puro eroismo.
Si potrebbe imputare sin da subito una mancanza di novità e freschezza già nella tematica affrontata, così come detto in precedenza. Lo spettatore sembra trovarsi di fronte all’ennesimo Omen, con l’ennesima progenie del diavolo. The Prodigy però smentisce questa idea preconfezionata e affronta la possessione con una lettura differente, non ancora del tutto abusata in chiave horror: la reincarnazione. Si è soliti vedere in questo tipo di film entità e demoni possedere il corpo umano nel tentativo di entrare prepotentemente nel regno dei viventi. Già in Insidious di James Wan qualcosa era mutato, e a voler a tutti i costi attraversare il ponte tra la vita e la morte era lo spirito inquieto di un assassino.
Un’ulteriore nota positiva è data dal comparto tecnico. Il montaggio sonoro contribuisce a modellare una tensione che in alcuni punti appare davvero interessante, per non parlare della musica. La colonna sonora è composta da un artista che il genere horror lo conosce molto bene e non solo come compositore ma addirittura come attore. Joseph Bishara è entrato ormai da anni nel panorama horror grazie alle prestigiose partiture musicali che hanno impreziosito i cult di James Wan, da Insidious a The Conjuirng. Bishara è un maestro del suono, dal quale parte la sua idea che diviene poi un complesso assetto musicale. In The Prodigy tutto prende forma da una ninna nanna per poi ampliarsi e mutare in una colonna sonora di straordinario impatto.
The Prodigy potrebbe passare per un film senza infamia e senza lode. Un soggetto sviluppato senza troppi stravolgimenti o sorprese. McCarthy non si lascia andare più di tanto, ma confeziona un film che certamente al botteghino farà il suo dovere e che magari potrebbe rappresentare l’esercizio giusto per il salto di qualità. La scelta di un cast di notevole spessore qualitativo, un comparto musicale di prim’ordine, gli garantiscono senza dubbio qualche punto in più, senza però sfociare nella memorabilità. Un compito portato a casa con semplice e decorosa dignità. In sala dal 28 marzo.
THE PRODIGY – IL FIGLIO DEL MALE
VOTO: 6+
PAESE: USA, Hong Kong
DATA: 2019
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
DURATA: 92 min
GENERE: Horror
REGIA: Nicholas McCarthy
CON: Taylor Shilling, Jackson Robert Scott, Colm Feore, Peter Mooney, Paul Fauteau
MUSICHE: Joseph Bishara